Ok, rimbocchiamoci le maniche, uniamo le forze e cerchiamo di portare una ventata d’aria culturalmente fresca in città. Con questo obbiettivo è nata – lo scorso aprile – la nuova gestione del Teatro delle Commedie. Il primo cambiamento si trova nel nome che abbandona il più commerciale Teatro C per diventare Il Nuovo Teatro delle Commedie, la rinascita delle origini per un percorso rinnovato e di qualità.
Obbiettivo della stagione: arricchire l’offerta culturale di una città troppo ferma (quasi morta) e riportarla all’antico splendore, quando agli inizi del Novecento era la seconda città italiana per numero di teatri. Troppo ambizioso? Forse. Ma provarci è davvero necessario per capire anche che cosa ne pensano i cittadini e conoscere quale sarà la loro reazione una volta lanciato il guanto di sfida.
Prima di approfondire la programmazione, il lavoro e la nuova identità del teatro è bene fare un paio di premesse importanti.
Punto primo: non ci sono finanziamenti pubblici, solo il sostegno dei cittadini ed il lavoro dei professionisti che si sono impegnati nel progetto.
Punto secondo: i volontari che lavorano per il progetto sono professionisti a tutti gli effetti che intendono proporre alla città un’offerta culturale rinnovata e di alto profilo. Il loro lavoro sarà volontario data l’economia ristretta a cui sono costretti, ma non sarà un lavoro amatoriale.
La prima cosa che emerge facendo due chiacchiere con il direttore artistico del teatro Francesco Cortoni, è quella di creare un luogo di aggregazione e condivisione. Un nuovo approccio, estremamente partecipativo, in cui si pensa al teatro non come luogo per pochi eletti, ma come una comunità composta da cittadini in cui lo scambio di idee e la partecipazione di tutti contribuisca a creare competenze, arricchire la città e permettere l’evoluzione del teatro stesso.
Questa versione democratica del luogo teatro si trova anche nella gestione formale del Nuovo Teatro delle Commedie, guidato da un’associazione temporanea di imprese, cioè quattro associazioni (Pilar Ternera capofila, Arci, Ars Nova e Cooperativa Marte) che si sono riunite nell’ottica di fare rete, unire le forze per dare al territorio un’offerta culturale eterogenea, rivolta a tutti e per tutta la città.
La programmazione si sviluppa per rassegne e propone più di 80 eventi tra teatro d’autore, di tradizione, teatro ragazzi, musica (classica, jazz, indie), festival e cinema. Un lungo programma in partenza il 4 ottobre e che terminerà a giugno per dare una dimensione quotidiana al teatro e non ridurlo a pochi grandi eventi. Non mancherà l’offerta formativa per grandi e piccoli con l’accademia dei piccoli, una scuola di arti sceniche, un laboratorio di teatro gratuito e il Jazz Lab. E anche un’iniziativa sperimentale come la Silent Disco che, oltre ad essere del tutto nuova in città, si rivolge alla città con rispetto e risponde ad un problema molto sentito per l’annosa questione tra divertimento e rumore.
I prezzi sono accessibili per dare l’opportunità a tutti di partecipare e sono previste varie tipologie di abbonamento tra cui l’adozione di una poltrona per poter partecipare a spettacoli di rassegne diverse. (Per info e costi visitare: www.pilarternera.it)
Ma come si è mosso il Nuovo Teatro delle Commedie nella raccolta fondi? E come contribuire? Il percorso ha visto tre fasi: Il Found rising diretto con una lettera direttamente nella cassetta della posta dei cittadini; un progetto di crowd founding sul sito www.produzionidalbasso.it in cui è possibile ancora contribuire con una donazione, e delle bellissime borsine in tessuto personalizzate che è possibile acquistare direttamente in teatro e hanno creato la campagna “Io sostengo Il Nuovo teatro delle Commedie” con gli scatti su Facebook ed Instagram di chi ci ha messo la faccia.
E infine una provocazione che parte dalla direzione del teatro e che faccio anche un po’ mia: ma se invece di un unico grande Teatro che arranca, ce ne fossero 10 finanziati con la redistribuzione degli stessi fondi, la nostra città sarebbe una città più viva?
Forse si o forse no. Pensiamoci.