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Il condominio e l’italietta

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Sono le sei e mezzo di un mercoledì qualunque, quando tutti i condomini sono riuniti nell’atrio del palazzo per l’assemblea. La seconda dell’anno, per inciso, per alla prima (quella gratuita) si sono presentati i soliti noti che non raggiungono mai la maggioranza e perdono solo tempo. Ma si sa, arrivare allo studio dell’amministratore è una gran fatica e quindi se i condomini non vanno alla riunione, sarà la riunione ad andare da loro. Così si scende le scale e ci si va in ciabatte. Perfetto.

E già qui capiamo tante cose. Propongo subito, per le prossime elezioni, di organizzarle a domicilio per fronteggiare l’astensionismo. Magari negli altri dei palazzi, così ci andiamo in ciabatte che mettersi le scarpe è un lavoraccio.

Bene, torniamo alla nostra assemblea. I condomini sono finalmente riuniti per discutere di un’ importante proposta: l’abolizione di un’inutile porta a vetro che ostacola il passaggio anche con una sola borsa della spesa. Ma perché agevolare il passaggio e togliere quella porta? È lì da 30 anni e tutti ci hanno cresciuto i figli aprendo e chiudendo quella inutile anta a molla dopo aver sceso e montato 3 inutili scalini.

Bè signori, che male c’è a migliorare? D’altra parte è da qualche anno che abbiamo abbandonato il cavallo e infondo con le auto ci troviamo benissimo. Ma noo, perché cambiare? La porta c’è sempre stata, è lì da 30 anni. L’abbiamo fatta perché c’era corrente negli anni 80.

E quindi? Quindi la porta resta lì, inutile e noiosa, perché alla fine le mani alzate erano solo 5: quelle di baldi giovani che volevano cambiare. Migliorare forse, ma cambiare di sicuro. Il resto, i vecchi che la aprono da 30 anni hanno deciso di lasciarla. Perché cambiare? Non era possibile migliorare. La porta c’è sempre stata.

Parte da qui la mia seconda riflessione: la riunione di condominio mi ha fatto pensare all’Italia. L’Italietta spaghetti pizza e mandolino che in 40 anni non è cambiata, non è migliorata e non si è evoluta come ci ricordano le attualissime canzoni di Rino Gaetano che è morto 30 anni fa. Ma perché?

Perché la DC è lì da trent’anni, che motivo c’è di creare un’alternativa? Rifacciamola con le larghe intese di Letta e Alfano, che così gli italiani sono contenti. La mafia? Eh no, c’è sempre stata inutile tentare di combatterla. Facciamo emigrare Saviano che meno se ne parla, meglio si sta. La corruzione? Ma no, su quella non ci possiamo fare nulla, è nella natura degli Italiani, quelli pizza mafia e mandolino, che non mangiano gli spaghetti si vede. Berlusconi? Ormai sono 20 anni, anche il PD ha smesso di contrastarlo. Poi diciamocela tutta, lui la tele non ce la fa pagare e su Canale 5 non me la posso perdere Maria.

Ma la sinistra? Quale sinistra? In Italia ha sempre perso e di fatto non è mai esistita. Infatti ora non si trova da nessuna parte. Mi guardo intorno e non so cosa fare. Cerco un appiglio per essere partecipativa in politica ma non lo trovo: il nuovo mi sembra già vecchio perché ormai è passato ed è sempre tutto uguale, le parole sono le stesse e sono diventate scatole vuote. Guardo l’alternativa, quella che urla nelle piazze e continua a non convincermi. Alla fine, che faccio? Non ci andrò alla prossima riunione, questa è la triste verità. Anche se mi consola vedere 5 mani alzate insieme alla mia in favore di un cambiamento, mi sembra che ci stiamo guardando intorno perplessi in cerca di riferimenti. Senza trovarli, per ora.

Quindi non ci resta che infilarci le ciabatte. Io però cammino scalza e non mi arrendo, continuo a cercare. Al massimo mi concedo un paio di calzini.

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