Ormai quasi conclusa la fase dei congressi di circolo e dei territoriali si entra nel vivo della campagna congressuale nazionale che porterà alla formazione della Convenzione Nazionale: una passerella romana per gli staff dei candidati che si limita a prendere atto del voto degli iscritti sulle mozioni nazionali per escluderne uno dalla competizione.
L’utilità di questo passaggio è pressoché pari a zero. Potrebbe essere fatto dalla commissione nazionale per il congresso senza bisogno di far partire gente da tutta italia per farla andare a Roma a “prendere atto”. Inutile spreco di risorse del partito e ultimo canto del cigno di un apparato morente.
Ma torniamo al clima congressuale.
C’è da dire che gli staff e gli house organi di due candidati stanno facendo di tutto per rendere il clima sereno e pacato, all’insegna del fair play e del reciproco rispetto.
Si parte con più di mezzo staff di Civati che nel giro di due giorni ha definito Renzi “il nulla, sempre stato vuoto”, definito le sue proposte sulla semplicità “una stronzata” e per finire “democristiano di destra” per la vicenda del cimitero dei “mai nati” inscenando una vergognosa campagna denigratoria e di disinformatjia. Prima o poi si accorgeranno che quel cimitero non centra nulla con l’aborto e con la 194 visto che non prevede la sepoltura per i feti frutto di interruzioni volontarie di gravidanza. Anche se ho il fondato sospetto che già lo sappiano me se ne guardino bene dal dirlo.
Poi ci sono i sostenitori di Cuperlo: Geloni e l’Unità in testa. La prima, la direttora, ha passato tre giorni di fuoco a retwittare ogni qualsiasi tipo di insulto arrivasse alla #Leopolda13 chiosando con “il mio nome per il futuro è #ionontivoto”. L’Unità invece questa mattina ha un titolone a tutto campo che ha dell’incredibile: “Sorpresa: nei primi congressi Cuperlo batte Renzi”.
Posto che il regolamento nazionale per lo svolgimento dei congressi di circolo e dei Territoriali vietava apertamente qualsiasi tipo di richiamo alle candidature nazionali, ma quale sorpresa? Giusto a l’Unità potevano pensare che Renzi potesse vincere questa fase congressuale. Ma anche qui ho il sospetto che loro lo sapessero benissimo ma che questo sia un piccolo tassello nella costruzione dell’immagine da vincente di un sempre più scialbo Cuperlo che ormai interviene solo per rispondere a Renzi (così come lo stesso Civati). Se volessimo scendere allo stesso basso livello de l’Unità dovremmo rispondergli che la vera sorpresa sono quei 25 segretari territoriali eletti in “quota Renzi” visto che meno di un anno fa in quella quota ce ne erano solo 2. Quindi c’è un candidato che ne ha persi 23 e uno che ne ha guadagnati 23. Una vittoria in retromarcia. In piena continuità con il disastroso PD a guida Bersani.
Quello che traspare in questi primi scorci di congresso nazionale è ormai sempre più lampante: c’è un candidato che parla e organizza i suoi sostenitori sui problemi e sulle proposte e altri che hanno deciso di fare una campagna elettorale di tipo parassitario e a rimorchio della campagna del primo. Siamo alle solite: “metodo anti Berlusconi” usato su Renzi: si spiega perché non votarlo e ci spiegano perché le sue proposte non sono valide (quando ci fanno la grazia di ammettere che abbiamo delle proposte). La stessa strategia che ha permesso a Berlusconi di vincere più e più volte. Mi chiedo quante sconfitte debbano subire questi personaggi prima di porsi qualche domanda sulla bontà delle proprie strategie.
A questo punto la domanda sorge spontanea:con che coraggio chiedete il confronto sulle idee e sui programmi quando per voi il confronto è l’insulto e la delegittimazione. Lo sminuire, il definire di destra, il negare le idee altrui, o l’insulto personale al limite del feticismo come quello contro la Boschi in questi giorni. È questione di rispetto reciproco. Ci si confronta quando si ammette che anche gli altri lavorano per il bene del partito e dell’Italia e non per l’ego del loro candidato. Quando si prende coscienza che siamo appassionati ad un progetto e non ad un leader. Quando si ammetteranno tutte queste cose allora ci sarà un confronto. Ma senza la giusta dose di relativismo che in politica è materia stessa della democrazia non si va a confronto. Si va ad evangelizzare i poveri minus habens. E io non partecipo a questo gioco.