Siamo in pieno inverno (almeno per le temperature, lo so che è autunno, amici sapientoni, ma non lo sapete che in provincia le mezze stagioni sono state abolite per colpa della crisi?) e mi ero ripromesso di smetterla di parlare di Effetto Venezia, dell’edizione appena passata e possibilmente anche di quella futura, targata nuovamente Menicagli (sempre Mario ovviamente).
Basta fa freddo, mi son detto (ebbene sì, a volte parlo da solo, colpa della sindrome da abbandono istituzionale), ci si pensa a primavera, quando inizierà il balletto dei fondi e lo spettro dell’impossibilità di fare la manifestazione. Poi invece si dovrà ridurre e alla fine, tipo a inizio luglio, arrivano i soldi tipo lotteria di capodanno e la città va in giubilo…ma questo film l’abbiamo già visto e non c’è fretta di rivederlo ancora.
Ero riuscito a trattenermi anche quando un Assessore della Provincia di Livorno aveva sostenuto (e cito dal Tirreno): “…insomma mica abbiamo fatto Amici di Maria…” riferendosi a un recente evento culturale. Evidentemente anche nelle fila istituzionali qualcuno ha storto il naso la scorsa estate.
Ma quando pochi giorni fa anche Paolo Virzì ha nominato Effetto Venezia non sono riuscito più a trattenermi. Effetto Venezia è diventato sinonimo di mediocrità e qualunquismo se a distanza di molto mesi viene ancora usata come esempio negativo. Sicuramente è l’edizione più criticata degli ultimi dieci anni (o almeno da quando io ne ho memoria).
Lo stesso Virzì sicuramente non si risparmia in sofismi, affermando chiaro e tondo “…a malapena riesce (riferendosi all’Amministrazione Comunale) a mettere su un programma meschinello come Effetto Venezia…”.
Parole pesanti, che dopo il Premio del MEI conferito ai promotori dell’evento Nemici di Maria, continuano a tenere viva la polemica a seguito dell’edizione 2013 della rassegna estiva livornese.
Una rassegna, vorrei ricordarlo, che ha potuto contare su circa 400mila euro di budget, non proprio briciole di questi tempi. Una rassegna totalmente gestita dal direttore artistico Mario Menicagli, sia dal punto di vista artistico che logistico. Infatti l’Associazione Modigliani (che fa capo sempre a Menicagli) si occupa da anni degli aspetti tecnici e logistici della manifestazione.
Con l’augurio che la prossima Amministrazione possa avere più lungimiranza nella scelta dei vertici di Effetto Venezia, iniziando col dividere la gestione artistica da quella logistica, permettendo in questo modo una pluralità nella gestione dell’evento estivo più importante della città che potrebbe portare anche a decisioni meno infelici circa la programmazione e la dislocazione degli eventi.
Perché alla fine di tutta la fiera, bisogna fare anche i conti della serva e prendere una linea precisa e ben delineata in base alle proprie competenze e alle proprie inclinazioni. Con il direttore artistico che traccia una linea culturale del festival (possibilmente evitando di spaziare dal Rigoletto a Amici di Maria, passando per gli artisti di strada) e la direzione tecnica che ne analizza le scelte e ne quantifica i costi e la fattibilità.
Difficile da farsi, quando si consegna tutto nelle mani di una sola figura, tipo tiranno della magna Grecia…per restare in tema…
In fin dei conti mi auguro che la prossima edizione sia principalmente indirizzata sulla musica classica, settore di competenza del maestro Menicagli, perché quando si sceglie un direttore artistico, bisogna avere anche il coraggio di lasciarlo lavorare nell’ambito della propria esperienza professionale e artistica, senza indirizzarlo verso facili populismi che generano infauste decisioni come gli Amici di Maria.
“…i ragazzi di Amici rappresentano una realtà concreta, una fetta di mercato discografico importante, con un pubblico da rispettare. Onestamente non sono un appassionato della trasmissione, non conoscevo i 4 ragazzi. Ma capisco i giovani che la apprezzano: inutile fare tante dietrologie, forse l’avrei seguita anch’io, come seguivo Canzonissima.” parola di Mario Menicagli.