Siamo entrati nel 2014 oramai da un mese, a questo punto mi sembrava il minimo farvi almeno un recap su i vari album dell’anno, non sarà una classifica, ma più una lista della spesa: “si questo lo ascolto, questo non mi intriga, questo magari quando ho tempo.”
Iniziamo:
-Daft Punk – Random Access Memories: Non credo che nessuno di voi non abbia sentito almeno una volta “Get Lucky” e la sua chitarrina funky, musicalmente l’evento dell’anno, insomma sono i Daft Punk, vorrei anche ben vedere che è l’evento dell’anno; un disco diverso dai precedenti, più strumentale diciamo, merita sicuramente più di un ascolto.
-Justin Timberlake – The 20/20 Experience: Fino all’uscita di Random Access Memories , è stato il più grande evento pop del 2013, anche se non è proprio un album pop. Le 10 tracce durano in media sette minuti, le canzoni si snodano in beat inattesi e armonie.
-Kanye West – Yeezus : Delirio di onnipotenza del Sig. West, che in questo album si definisce più volte Dio, ma insomma escludendo l’egocentrismo smodato del nostro amato “rapper-beatmaker-produttore-Mc”, questo album suona divinamente, è pieno della più oscura e più estrema musica che Kanye abbia mai creato, è il modo di Kanye per rimanere davanti a tutti.
-These New Puritans – Field of Reeds: Il miglior disco dell’anno per la gran parte delle riviste specializzate, formale. Orchestra, elettronica, chitarre, fiati, strutture sonore che nascono e muoiono nel tempo di una un albu geniale, con qualsiasi tipologia di strumentazione, art rock si dovrebbe dire, se non fosse che del rock comunemente inteso qui quasi non c’è più traccia. Una serie di brani di rara intensità creativa e canzone. Nulla di previsto e di prevedibile.
– James Blake – Overgrown : L’universo sonoro di James Blake è soltanto suo. Il che, in quest’era di cloni, eterni revival e poca inventiva, già potrebbe bastare. Ma va aggiunto che è un autore eccellente e un ottimo e personale performer. Il disco, fatto di canzoni elettroniche, se così si può dire, è semplicemente bellissimo. “Retrograde” è una perla assoluta.
-Arctic Monkeys –AM : Quinta fatica delle scimmie, che dopo il pessimo Suck it and See it ci forniscono probabilmente il miglior disco dai tempi del loro debutto; Josh Homme (QOTSA) lo definisce un album da ascoltare dopo la mezzanotte, perfetto, fatelo anche voi.
-Queens Of The Stone Age – Like Clockwork : Considerando la storia di questa band, volendo potremmo considerare anche quella dei Kyuss, band da cui viene Josh Homme (frontman e chitarrista della band), questo album era atteso da molti, e come al solito non hanno deluso, a mio parere non a livello di “Song For The Deaf”, ma sicuramente fra i migliori album dell’anno.
Sigur Ros – Kveikur: ok, a me piacciono tantissimo, ed era tanto che non sentivo un lavoro di tale livello, se siete amanti del genere, o vi ricordate anche solo due o tre canzoni, ascoltate questa perla, per me il miglior disco dell’anno.
David Bowie – The Next Day: Il Duca Bianco rimane il Duca Bianco, era passato oramai una decade dal suo ultimo album, che insomma non era un granchè, dopo di quello un tour non finito per problemi di salute, poi fine, non produce più niente, e dopo 10 anni esce con questo album col quale ci stupisce ancora, certo non ha più la verve dei “bei tempi”, ma ci consegna un ottimo disco, dove si capisce bene che il buon David è sempre un fiume in piena di idee. Grazie, è sempre un piacere.
Arcade Fire – Reflektor : Gli Arcade Fire sono da anni una garanzia, sfornano sempre ottimi successi, e con questo album provano a stupirci ancora, un doppio album, 15 tracce, ambiziosi come suol dire.
Beh, non è un disco da un ascolto e basta, è ottimamente strutturato, con una strumentazione importante e canzoni veramente ricercate; anche questo è assai consigliato.
Pearl Jam – Lightning Bolt: Il ritorno dei PJ sulle scene è sempre gradito a chi ha amato il grunge, o comunque il buon rock; Beh in questo album non c’è niente di che, è diciamo da sufficienza, però sentire la voce di Eddie è sempre un piacere, questo è innegabile.