Da domenica notte tempo ne è passato poco, ma parole ne sono state spese tante. Un susseguirsi di opinioni, di prese di posizione e del gioco più brutto e deleterio che si possa fare dopo una sconfitta: lo scarica barile.
Ed è per questo che così, d’istinto, due parole le voglio dire anch’io: ha perso il PD ed il PD è fatto di persone, di dirigenti, quindi secondo questo semplice sillogismo ha perso chi dirige il PD. Ha perso un’idea, ha perso una prospettiva, ha perso un sistema; ma il punto vero non è chi ha perso o chi ha perso più degli altri, ma il perché si è perso.
Si è perso fondamentalmente perché non siamo riusciti – noi che questa campagna ce la siamo fatta con le scarpe comode per poter camminare tra la gente – a far passare il messaggio che abbiamo capito che così non va, che Livorno merita di più, che non è più il tempo di nascondersi dietro una bandiera ma è il tempo di affrontare le questioni di petto e guardando negli occhi i problemi.
Non ci siamo riusciti anche perché la bandiera dietro la quale venivano nascosti i problemi è quella che abbiamo portato insieme alle scarpe comode tra la gente, la stessa gente che ci diceva: “si lo so che Marco è bravo non è per lui, ma è per chi c’ha dietro!” oppure “te sei un bimbo si vede che ci credi ma questi qui hanno rotto”. Quella bandiera agli occhi dei livornesi era ed è sporca delle scelte non fatte, poiché anche prima di perdere lo scarica barile era il gioco preferito dal PD.
Negli ultimi anni il continuo rimpallo di responsabilità tra amministrazione e politica ha esasperato i nostri elettori, che dopo averci votato in massa alle europee ci hanno detto basta per il comune. E il dato del ballottaggio è semplice da leggere: tutti ma non voi!
Ed eccolo qui il motivo principale del perché si è perso: gli stessi livornesi che hanno scelto il PD per farsi rappresentare in Europa hanno rifiutato di essere rappresentati dal PD a Livorno, e secondo il sillogismo di cui sopra dalle persone che dirigono il PD a Livorno.
Se a livello nazionale ci hanno riconosciuto la volontà e la capacità di provare a migliorare la vita degli italiani, a Livorno ci hanno riconosciuto immobilismo, clientelismo ed incompetenza ad amministrare.
Non sempre con ragione a dire il vero, ma non si può dire “hanno sbagliato gli elettori”, ora si deve dire, abbiamo capito, abbiamo sbagliato noi a non accorgercene prima. Vi avevamo promesso punto a capo per la città, non è bastato, ma intanto facciamo punto e a capo tra di noi, per portare a Livorno quel modo di far politica che ci ha fatto prendere più del 50% alle europee; facciamo punto a e capo su quelli che “c’avevamo dietro” e chi non ci sta lo accompagniamo alla porta, per poter la prossima volta che serviranno le scarpe comode per andare tra la gente, prendere le nostre bandiere e sventolarle pulite.
In chiusura vorrei dedicare un pensiero a Marco ringraziandolo per tutto, per averci messo la faccia, perché non mi riferisco a lui quando parlo di dirigenti (è giusto ricordare che quando era Marco a dirigere la città l’abbiamo vinta al primo turno).
Poi una nota di colore: è dal momento della sconfitta che penso alla scena finale del cavaliere oscuro di Christofer Nolan. Lo so è un po’ patetico ma la migliore analisi del voto possibile l’ha fatta il commissario Gordon: “…avevamo puntato tutto su di lui, Joker ha preso il migliore di noi è l’ha fatto a pezzi, la gente perderà la speranza…” con la differenza che Gordon aveva Batman, noi dobbiamo riboccarci le maniche perché Joker non può vincere.