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La politica è un’altra cosa

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È  dalle elezioni amministrative dello scorso giugno che volevo scrivere questo articolo, poi però mi  sono sempre trattenuta perché spesso parlare di provocazioni è una perdita di tempo ed è molto più utile parlare di contenuti.

Sento però l’esigenza di dire la mia, per quanto possa contare.

Siamo in un momento storico in cui è innegabile che ci sia una disaffezione alla politica.  L’affluenza al voto è in calo e la sfiducia nelle istituzioni è a livelli massimi.

Io, da 27enne, in molte occasioni mi chiedo come facciano i miei coetanei ad essere tanto rassegnati da disinteressarsi alla politica e quindi al proprio futuro.

Le colpe e le cause di questo fenomeno ovviamente sono molteplici e hanno origine un bel po’ di anni fa. Ma non è questo il punto. Il punto è, che chi fa politica dovrebbe sentirsi in dovere di restituire questa fiducia e di insegnare il rispetto delle istituzioni.

Questa è una delle cose del PD in cui mi sono sempre rispecchiata.  È  il Partito che più di tutti, chiunque fosse il leader e qualsiasi fosse la corrente, ha sempre avuto nel DNA il senso e il rispetto delle istituzioni democratiche.

Poi però apro il giornale o navigo sulle testate online e leggo che in Senato viene sospesa la seduta per votare la Riforma del Lavoro perché i senatori del M5S hanno protestato fino a lanciare fogli e libri a Pietro Grasso (Presidente del Senato). Oppure che alla Camera fanno ostruzionismo impedendo l’accesso all’aula dove si svolgono le votazioni. O ancora, che Grillo offende il Presidente della Repubblica sul suo blog. Per non parlare degli elettori che, non sapendo nemmeno di commettere un gesto illegale, violano un principio chiave della democrazia fotografando o riprendendo il loro voto in cabina elettorale per postarlo sui social.

A Livorno, dopo la vittoria del M5S a giugno scorso, ne abbiamo viste di tutte. Per dirne una, il Neosindaco di Livorno, descritto in campagna elettorale come il “grillino pacato”, dopo poche settimane dall’elezione si è rivolto su Facebook al Presidente della Regione definendolo“ Un buffone che si aggira per l’ospedale della mia città”.

L’ultima battuta infelice, quella che forse mi ha convinto a scrivere questo articolo, è avvenuta durante il raduno del M5S al Circo Massimo, in cui Nogarin, parlando dell’Ippodromo di Livorno, ha detto di “aver fatto fare al PD la Festa dell’Unità lì” ma di averlo poi fatto “disinfettare”.

Di fronte a questa affermazione, a prescindere dalle mille risposte che si possa dare e che giustamente il PD ha dato e darà, credo che si debba fare una riflessione più ampia. Ovvero che la politica non deve cadere sul piano delle offese e dell’inciviltà.

Quello che vorrei è che le diatribe tra partiti fossero nel merito, nelle idee e nei contenuti, non nelle battute offensive.  Vorrei che Nogarin fosse andato all’Eni al presidio dei lavoratori anziché divertirsi a mancare di rispetto ad un gruppo di cittadini livornesi con battute infelici.

Quello che invece ho visto a Livorno in questi mesi,  già a partire dalla campagna elettorale, non sono altro che provocazioni, lotte tra troll su Facebook e dibattiti che sfociano sempre nel principio “tutto tranne il PD”

Se pure la politica deve, in alcuni casi, trasformarsi in semplificazioni e slogan, il vero pericolo è se si trasforma in un qualcosa che fomenta la rabbia e solo un essere “contro qualcosa” e mai a favore di qualcosa. In questo modo diventa solo antipolitica e distruzione. Mentre chi viene eletto a qualsiasi livello, a mio avviso, ha il compito di costruire.

Io personalmente non ho ancora capito quale sia il progetto di città del M5S a Livorno.

Forse sarò stata disattenta, ma, se avete seguito la politica dei 5 stelle a Livorno dalla campagna elettorale ad oggi, avrete visto che la maggior parte delle discussioni culminano nella frase “voi siete del PD quindi non potete parlare”.

Quello che spero per la mia città è che si riesca a discutere di contenuti e di progetti e si smetta di fare affermazioni di poco gusto (e che nemmeno fanno ridere).

Quello che spero più in generale per la politica italiana è che tutti, e non solo qualcuno, si sentano in dovere di restituire fiducia anziché distruggerla ulteriormente.

Io credo ancora che la politica sia un’altra cosa.

“Il fascismo è l’antitesi della fede politica, perché opprime tutti coloro la pensano diversamente.” Sandro Pertini

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