Il diritto di iniziativa dei cittadini europei è una nuova forma di partecipazione diretta alla politica dell’Unione Europea, prevista dal Trattato sull’Unione Europea a seguito delle modifiche apportatevi dal Trattato di Lisbona.
L’art.11 comma 4 della versione consolidata del Trattato sull’Unione Europea infatti stabilisce che:
« Cittadini dell’Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono prendere l’iniziativa d’invitare la Commissione europea, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati. »
[sul sito http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/welcome si trovano indicazioni semplici e dettagliate su come lanciare o sostenere le varie iniziative]
Nell’ambito di questa iniziativa dei cittadini europei (ICE) vorrei presentare qui quella del New Deal 4 Europe. Il nome chiaramente rimanda al New Deal americano dei primi anni 30, cioè il piano di riforme economiche e sociali promosso dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt allo scopo di risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli USA a partire dal 1929.
Ed è esattamente questo l’obiettivo del New Deal 4 Europe: un piano di investimenti pubblici per fare uscire l’Europa dalla crisi tramite lo sviluppo della società della conoscenza e la creazione di nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani. Gli obiettivi principali del piano sono: un programma straordinario di investimenti pubblici dell’UE per la produzione e il finanziamento di beni pubblici europei (energie rinnovabili, ricerca, innovazione, reti infrastrutturali, agricoltura ecologica, protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale ecc.); un fondo europeo straordinario di solidarietà per creare nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani; incremento delle risorse proprie del bilancio europeo tramite una tassa sulle transazioni finanziarie e una carbon tax.
Poche settimana fa il Presidente della Commissione Juncker ha affermato davanti al PE la necessità di un programma di investimenti [300 miliardi di euro in tre anni]. Infatti, ha aggiunto, «le economie che non crescono non creano neanche occupazione, e la creazione di posti di lavoro è una priorità».
In altri termini, il Presidente della Commissione sembra legare il destino del suo mandato al successo del piano di investimenti, perché è convinto che quest’ultimo contenga la risposta a quanto chiedono i cittadini. Nelle parole di Juncker c’è il riconoscimento quindi della priorità degli obiettivi della crescita e dell’occupazione che ispirano la proposta politica di ND4E.
Juncker, però, deve ancora precisare dove reperirà i 300 miliardi necessari a finanziare nei prossimi tre anni il suo piano. Nel bilancio dell’UE, il cui ammontare complessivo è stato abbassato sotto la soglia dell’1% del Pil europeo, non c’è traccia di risorse disponibili di questa entità. Le risorse esistenti cui Juncker ha fatto cenno (fondi inutilizzati del bilancio europeo e risorse della BEI) sono chiaramente inadeguate, perché i primi sono largamente insufficienti e le seconde necessitano di un co-finanziamento a livello nazionale, dove le risorse sono notoriamente scarse.
La proposta politica di ND4E sembra avere le risposte. Il Piano, che deve essere almeno di 350-400 miliardi di euro in tre anni, deve essere finanziato da nuove risorse proprie provenienti da: una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) – necessaria a penalizzare la speculazione finanziaria (la Commissione ha calcolato che dovrebbe fruttare un gettito di almeno €30 miliardi all’anno); una carbon tax – per combattere i cambiamenti climatici e favorire la transizione verso le energie rinnovabili (che dovrebbe fruttare un gettito di almeno 50 miliardi all’anno) e le euro-obbligazioni, in particolare euro project bonds.
I fondi messi a disposizione dall’UE per affrontare la disoccupazione sono del tutto insufficienti. È dunque necessario destinare nuove risorse a un fondo europeo per l’occupazione soprattutto dei giovani.
La proposta di ICE è promossa e sostenuta da un ampio schieramento di forze politiche, economiche e sociali: Federalisti europei, Sindacati dei lavoratori, Organizzazioni della società civile, Sindaci di importanti Città, Parlamentari Europei e Personalità del mondo della cultura. Si sono costituiti comitati nazionali promotori dell’ICE in Belgio, Francia, Grecia, Lussemburgo, Italia, Repubblica Ceca, Spagna, Ungheria. Sono in via di costituzione Comitati in altri paesi dell’Unione Europea.
Sono trascorsi sei anni, ma la grave crisi che l’Europa sta attraversando non è superata. L’Euro, pilastro del mercato unico, non è ancora al sicuro, e il rischio di una rinazionalizzazione delle politiche economiche, disastrosa per l’economia e per il welfare di ciascuno dei Paesi dell’Unione, è un rischio grave e reale.
Il rigore di bilancio su cui hanno puntato i governi, pur necessario per affrontare la crisi del debito, ha avuto l’effetto di aggravare la spirale depressiva, compromettendo lo stesso obiettivo del risanamento. Occorre dunque pensare in termini nuovi. Accanto al completamento del mercato unico si deve ormai con urgenza porre mano ad un Piano straordinario che faccia ripartire lo sviluppo. Uno sviluppo sostenibile, fondato sulla realizzazione di infrastrutture europee, sulle nuove tecnologie, sulle nuove fonti di energia, sulla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale, sulla ricerca di punta, sull’istruzione avanzata e sulla formazione.
Per questo invito tutti voi a sostenere questa bella e importante iniziativa!
Potrete trovare tutte le informazioni necessarie su questo sito http://www.newdeal4europe.eu/it/ , e sostenere qui l’iniziativa https://ec.europa.eu/citizens-initiative/REQ-ECI-2014-000001/public/index.do?lang=it