Proprio ieri nella classifica delle città più vivibili d’Italia, la nostra bella Livorno si è piazzata all’undicesimo posto. Non male direi e in effetti, per molti aspetti ci meritiamo questa posizione: buon clima, città a misura d’uomo, tranquilla, becera ma simpatica, genuina e appassionata.
Tutto bellissimo, se non fosse che a livello di servizi siamo ancora ben lontani dallo scalare la classifica. E mi riferisco, in questo caso, all’offerta di servizi educativi prescolastici, quelli che vanno da 0 a 6 anni. Precisazione: ho scritto questo articolo per fare chiarezza ed essere utile, non per fare polemica.
Per chi come me, frequenta asili nido e scuole d’infanzia, non può fare a meno di vivere quell’ansia da prestazione che coglie i genitori quando si aprono le iscrizioni per i servizi 0-6 messi a disposizione di noi cittadini labronici.
Andiamo per gradi: per chi non lo sapesse a Livorno l’approccio educativo è molto all’avanguardia e lo testimoniano la cura e l’attenzione con cui sono organizzati e anche costruiti ( per le strutture più recenti) i nostri asili. Questo ci fa onore.
Il sistema scolastico per i nidi e le materne è un sistema misto e vi spiego perché. Per i servizi 0-3, quindi gli asili nido e i centri giochi educativi, la gestione è mista e si avvale di strutture comunali e strutture private cosiddette convenzionate. Queste strutture, nate appunto da iniziativa privata, a seguito di una procedura di convenzionamento e accreditamento che prevede la presenza di parametri e requisiti ben precisi, entrano a far parte delle liste comunali e le famiglie possono accedervi mediante bando comunale e con i parametri ISEE del reddito, senza dover pagare la tariffa mensile per intero. Questa tendenza, in arresto negli ultimi anni ma fortemente voluta in passato, ha dato vita a partire dal 2007 al cosiddetto sistema educativo integrato. In pratica il Comune di Livorno a partire dal 2007 ( il periodo di massima espansione è stato 2007 – 2010) ha potenziato le concessioni per ampliare l’offerta educativa 0/3 mantenendo una gestione semidiretta e aumentando di fatto i numeri di posti disponibili. Negli ultimi tempi la tendenza si è arrestata perché le domande sono diminuite, moto spesso per ragioni legate alla crisi economica.
Le scuole d’infanzia, invece, (le materne da 3 a 6 anni per intenderci) hanno una gestione mista perché Livorno (ancora una delle poche città in Italia) presenta strutture a gestione comunale e strutture a gestione statale. Questa distinzione non è solo formale ma sostanziale sia nelle modalità di fruizione del servizio (diverso ad esempio negli orari) sia nella gestione di tutta la parte amministrativa e burocratica.
Non sta a me dire quale dei due approcci sia migliore, l’unica cose che mi sento di segnalare è il fatto che ad oggi, comunque, i posti restano insufficienti. Lo erano per il nido e lo sono per la materna.
E qui torno all’ansia da prestazione, o meglio all’ansia di iscrizione. Per questo ho deciso di riepilogare i passaggi per fare un po’ di chiarezza e dare a chi come me è alla ricerca di notizie, il maggior numero di informazioni possibili.
Stiamo parlando di scuole materne, quindi bambini che hanno compiuto o compiranno a breve tre anni( nati dal 1 Gennaio al 31 Dicembre 2012)
A partire dal 3 dicembre, come riportato sul disciplinare presente sul sito del comune, si aprirà il primo bando per le iscrizioni agli asili comunali che in tutto sono 10. Questa bando è riservato ai bambini che hanno frequentato il nido (comunale o privato convenzionato) negli anni precedenti. Il comune precisa che a fronte di 545 bambini frequentanti il nido ci sono 265 posti disponibili che scendono a 131 se si considerano le conferme e i trasferimenti (dati aggiornati al 1/12/2014). Ed è per questo che il bando comunale parte prima di quello statale che si terrà ad anno nuovo e una volta che le graduatorie saranno uscite.
Sarà possibile iscriversi dal 3 al 12 Dicembre sia presentando il modulo allo sportello sia tramite i servizi al cittadino mediante le proprie credenziali di accesso. Le graduatorie saranno poi rese pubbliche l’8 Gennaio 2015 in modo che i genitori dei non ammessi potranno avvalersi del bando dedicato alle scuole d’infanzia statali per le quali non so ancora molto se non che seguono i distretti didattici come per le scuole.
Ultima spiaggia (o prima per chi non intenda avvalersi dei servizi offerti in ambito pubblico) restano le scuole paritarie che in effetti sono tutte ( tranne forse un paio) di stampo cattolico.
E finalmente arrivo alle conclusioni: nonostante l’impegno (apprezzabilissimo da parte degli uffici competenti), nonostante il sistema integrato, nonostante l’apporto statale, è possibile lottare per un posto all’asilo per i propri figli? Io credo di no. E visto che il sistema fallisce, è possibile essere costretti a mandare il propri figlio in una scuola cattolica? Io credo di no.
Qui non stiamo parlando di statalismo o politica di assistenzialismo che da molto, troppo tempo si respira in città: stiamo parlando di servizi che di diritto spettano ad ogni cittadino e stiamo parlando, soprattutto di far crescere bene il futuro della città, che non sono altro che i bambini, infondo.