È partita in questi giorni la campagna elettorale per le elezioni regionali toscane del prossimo 31 maggio.
I candidati che si contenderanno la Presidenza della Regione, oltre al Presidente uscente Enrico Rossi (PD) sono: Giacomo Giannarelli del Movimento 5 Stelle , Claudio Borghi della Lega Nord, Tommaso Fattori della lista “Sì Toscana a Sinistra” (che racchiude Sel, Rifondazione co-munista, i comunisti, la Lista Tsipras e le liste civiche di Pisa, Firenze, Siena e Arezzo) e Giovanni Donzelli (FDI). Incerto il candidato di Forza Italia, che ancora non ha deciso se correre insieme al NCD, che ha proposto Giovanni Lamioni (candidato proposto da NCD).
I primi sondaggi pubblicati danno nettamente in vantaggio Enrico Rossi con forti possibilità di vittoria al primo turno (la soglia per il ballottaggio è il 40%).
A prescindere dalle opinioni politiche e personali su ciascuno dei candidati (inutile negare che sarei contenta se il risultato fosse questo, sia per il buon lavoro che Enrico Rossi ha svolto in questi anni sia per il progetto politico che presenta) credo che in queste elezioni regionali ci siano in Toscana due grossi punti interrogativi che riguarderanno tutti i candidati e che potrebbero influenzare molto gli scenari politici.
1. La prima volta della nuova legge elettorale
In Toscana il 31 maggio si voterà per la prima volta con la nuova Legge elettorale approvata a settembre 2014.
La grande novità è il ripristino delle preferenze, con la possibilità di esprimere un doppio voto con alternanza di genere (un uomo e una donna) per un Consiglio regionale che passerà da avere dai 55 consiglieri attuali a 40. La legge prevede inoltre il ballottaggio qualora nessun candidato alla Presidenza raggiunga il 40% al primo turno .
Il premio di maggioranza è del 60 se si consegue più del 45% voti, e del 57,5% se si prende tra il 40% e il 45% validi al primo turno o se si vince al secondo turno.
Le soglie di sbarramento sono: 10% per le coalizioni, 5% per le liste non coalizzate e 3% per le liste all’interno di coalizioni.
La Toscana sarà suddivisa in circoscrizioni, che corrispondono ai collegi provinciali, ad eccezione di Firenze il cui territorio sarà diviso in 4.
2. L’incubo astensionismo
Sono recenti (23 novembre 2014) le elezioni regionali in Emilia Romagna la cui affluenza è crollata di ben 30 punti percentuali rispetto alle precedenti (ha votato solo il 37,7% degli aventi diritto). Ecco quindi che anche in Toscana si ha paura del fenomeno astensionismo. Si voterà solo un giorno, domenica 31 maggio con orario 7-23. La data capita a cavallo del 2 giugno (Festa della Repubblica) e questo potrebbe influenzare negativamente l’affluenza a causa delle partenze.
A questo, si aggiungono indifferenza e disinformazione. Se provate a chiedere in giro ad amici e parenti non particolarmente attenti alle vicende politiche, ancora non sanno che si vota e quando.
È vero che la campagna elettorale ancora non è entrata nel vivo, ma credo che le sfide da ora al 31 maggio saranno: comunicare che si vota e comunicare come si vota (nuova legge).
In questo senso, la nuova legge elettorale Toscana potrebbe aiutare: in un momento storico di disaffezione alla politica, la reintroduzione delle preferenze è un messaggio significativo e forte che potrebbe influenzare positivamente l’affluenza.
Informazione e comunicazione sulle elezioni prima di tutto. Occorre fare una campagna informativa da parte di tutti i candidati. Sarà questo il punto focale di questa tornata regionale, per far si che una Regione con una storia come la nostra non ripeta il caso emiliano (altra Regione con una forte tradizione politica).
Per tutto il resto, siamo partiti con la campagna elettorale e torneremo sicuramente a commentare programmi, progetti politici, scenari e comunicazione. Stay tuned