Una mattina apri il giornale e leggi che Matteo Salvini sarà di nuovo a Livorno. Città che non lo apprezza di sicuro ma che lo vede impegnato in una crociata contro 5 immigrati minorenni sistemati in un centro sociale, Il Melo per l’esattezza.
Qualche giorno fa, appunto, due ragazzi madri residenti nel centro hanno protestato con toni piuttosto accesi perché presso la struttura erano stati sistemati 5 ragazzi minorenni immigrati mentre il centro dovrebbe accogliere solo donne, madri appunto di bambini di età 0 – 6 anni.
La presa in carico da parte del Comune di questi ragazzi (e ripeto ragazzi) è un’operazione che fa parte di un progetto di accoglienza per minori in accordo con la Regione e che durerà un anno.
E qui arriva Salvini: in difesa delle mamme. Appunto delle mamme che, proprio perché vivono situazioni di disagio, dovrebbero, non dico apprezzare lo sforzo, ma quantomeno comprendere e accettare questi ragazzi che comunque non hanno nessuno e non possono essere affidati altrove.
Il problema, comunque, non sono loro. Non lo sono neanche le loro paure di mancata sicurezza del centro che comunque ha un servizio di sorveglianza e nemmeno la paventata solidarietà per tutte quelle madri che non sono accolte nel centro e che ne rimangono fuori proprio perché ci sono questi 5 inquilini non desiderati.
Il problema più grosso è la strumentalizzazione politica di un segretario di partito che si esibisce, difende, promette e si indigna di fronte a 5 minorenni in un centro di accoglienza. Ma davvero nessuno ha pensato che siano ragazzi? Che siano soli e che per fortuna siamo riusciti a trovare loro una sistemazione adeguata? Magari non saranno felici ma possiamo intanto provare a farli vivere decentemente. Si probabilmente sono alti e sono quasi uomini ma anche se avessero 15 o 16 anni sono comunque soli. Che facciamo, li lasciamo per strada?
Tutti tranquilli, non c’è da temere: ci saranno i rappresentanti locali della Lega a monitorare la situazione e a mantenere la promessa. Certo, la promessa di sbattere fuori quei 5 ragazzi che sono minorenni, non hanno una casa, un posto dove andare, probabilmente nessun parente vivo e in Italia ma sono immigrati e sai com’è, rubano il posto a qualcun’altro che tanto le tasse non le pagherebbe comunque. Caro il mio Salvini, lo sa che nel sociale non sempre si ha a che fare con cittadini modello, pagatori puntuali di tasse di un comune virtuoso dell’alta Lombardia? Qui si mangia tutti nello stesso piatto e non si fanno smorfie. Nel sociale tutti possono essere considerati un peso perché comunque la sopravvivenza è garantita da una somma giornaliera versata, guarda un po’, proprio dalle casse comunali. Quindi il teatrino del “ce l’ho duro “ alla Bossi e “ghe pensi mi” alla Berlusconi poteva davvero risparmiarselo.
Ma il nostro paese purtroppo non è nuovo a crociate contro i bambini. Qualche settimana fa hanno anche iniziato a bruciare i libri come nella vera logica nazista. Si, libri banditi e sapete qual è il bello? È che si parte dai libri per bambini: perché l’importante, si sa, è educare e farlo da subito.
Facciamo un passo indietro perché magari non tutti sanno e invece è bene conoscere i fatti. Il Sindaco di Venezia, neo eletto dal centro destra (e comunque apprezzato anche a sinistra) ha bandito dalle scuole cittadine una lista di libri pericolosissimi perché ritenuti gender. Brugnaro, questo il nome dell’illuminato primo cittadino, ha pensato bene che l’incontro tra un piccolo cerchio giallo ed un piccolo cerchio blu che considera amico, fossero troppo per i nostri bambini cattolici, bigotti, eterosessuali e di buona famiglia. Eh si, davvero troppo: ninna nanne pericolose, esperienze di vita comune nocive e logiche familiari al limite del perverso che hanno anche disegni con genitori di colore pensa un po’. Giusto per farvi capire quanto siano pericolosi ecco qui l’elenco dei ben 49 libri proibiti. (Guardate anche le raccapriccianti copertine, mi raccomando)
E giusto così per informazione: provate a digitare su google “lista libri proibiti” e Wikipedia vi riporterà subito al medioevo che proprio non è stata un’epoca di splendore assoluto ma di rigore sì, e il primo cittadino potrà davvero esserne orgoglioso.
Brugnaro comunque, ci tiene a precisare che il suo è un atto di democrazia perché sono stati i cittadini a votare la lista e ha precisato che la teoria gender (lui deve essere un vero esperto in materia visto che faceva il dirigente aziendale) non c’entra niente con l’integrazione. Festeggiamo insieme il primo mese del suo mandato perché gente così esperta, certa e quadrata farà davvero bene all’Italia.
Io intanto, sono orgogliosa che mio figlio abbia a casa almeno due di quei libri proibiti e mi impegnerò per farglieli conoscere tutti e 49. Questo è certo.