Mi rivolgo ai lettori, chiedendo scusa in anticipo per il carattere di questo articolo. Probabilmente stavolta verrò meno a delle consuetudini che sono insite nella narrazione dei fatti, sicuramente sarò incapace di astrarmi e risulterò fin troppo morale e accusatore, ma le ultime “cronache romane” non mi lasciano altra scelta.
Per fare chiarezza: non mi professo cattolico, non sono osservante ma riconosco che ogni famiglia debba avere la possibilità di onorare con giuste esequie un proprio caro. Ovviamente mi sto riferendo al famigerato funerale da pellicola cinematografica, capace di scindere l’Italia dal resto del mondo. I Casamonica, per chi non lo sapesse, sono una famiglia di origine sinti stanziali abruzzesi, stabilitasi fin dagli anni ’70 nella capitale.
Il loro curriculum è di tutto rispetto: i loro tentacoli si allungano fino ad inzozzare i settori dell’edilizia e dell’immobiliare, gestiscono un traffico di stupefacenti nell’Europa settentrionale, ovviamente sono usurai con interessi fino al 300% e nel 2004 sono stati ricondotti ad un traffico di riciclaggio di denaro.
Come se non bastasse, i Casamonica sono da tempo affiancati al traffico ed allo smaltimento illecito di rifiuti dell’area campana godendo, tra le altre cose, di un patrimonio stimabile sui 90 milioni di euro. Ecco, dopo questa doverosa introduzione, andrò a dipanare i punti interrogativi di questa faccenda. Le voci degli italiani si sono accavallate ovunque, dalle case ai bar, con una sola domanda: come facevano le autorità, i vigili urbani, il prefetto (ex capo della P.Civile) Gabrielli, il sindaco Marino e soprattutto l’ENAC a non sapere di questa cerimonia?
Tra tutte queste lecite domande, per le quali io inizio ad avere paura delle risposte, ho subito riflettuto su una in particolare: le autorità aeroportuali. Questo perché ricordo una visita all’aeroporto militare di Pisa in tenera età, dove l’addetto ai radar ricordava a noi presenti quanto fosse facile individuare un velivolo in spostamento sullo spazio aereo e, oltretutto, come ognuno di essi sia obbligato a fornire continue comunicazioni radio durante il volo. Mi risulta molto difficile credere che il famigerato elicottero “lanciapetali” non fosse stato registrato, anche perché stento a credere che chiunque abbia una licenza possa volare liberamente sopra i cieli di Roma a radio spenta.
La seconda domanda riguarda i vigili urbani. Spuntano articoli agghiaccianti sulle autorità “impegnate” nell’operazione, intimidite da alcuni componenti del clan. Ma il mio interrogativo verte sulle autorizzazioni. Perché ovviamente, chi ha autorizzato uno spostamento in massa di vigili urbani, non può dirsi estraneo ai fatti.
Credo che ciascuno di noi sia inorridito alla vista di tale opulenza, ma ormai è stato.
Quello che resta è una dimostrazione di forza della malavita nella capitale, resta un’Italia mangiata dal potere venduto ai pochi, collusa e straziata mediaticamente Queste fino a ieri potevano essere verità nascoste, oggi palesate in piazza, sventolate sotto al naso del mondo. In un attimo, agli occhi del planisfero, siamo tornati dei mangiaspaghetti mangiapizza senza regole, a noi resta il fango gettato su chiunque lotti o abbia lottato contro il cancro delle organizzazioni mafiose. Ed allora capisco che un funerale c’è stato, ma è cambiato il feretro.. perché forse, tra carrozze trainate da cavalli, ghirlande, petali di rosa e fotomontaggi-manifesto ritraenti il “conquistatore di Roma” non si celebrava il funerale di un uomo, ma dell’Italia intera.