All’interno del Mercato Centrale di Livorno ha da poco inaugurato “Alle Vettovaglie“. Ne abbiamo già sentito spesso parlare, ma che cos’è? Street food, banco del mercato, bistrot, locale o contenitore di eventi? In realtà è tutte queste cose insieme. Alle Vettovaglie offre una ristorazione veloce di prodotti a km zero e una selezione di vini e Champagne selezionati dai soci fondatori, tutti esperti sommelier. Si va dalla prima colazione, fino all’aperitivo serale, dal pranzo a specifiche degustazioni organizzate durante la settimana. Vengono utilizzati i migliori prodotti offerti nella intera struttura. Insomma, un progetto interessante che unendo qualità ed innovazione prova a spingere il nostro mercato verso quella riqualificazione che necessariamente deve avvenire per collocarlo nel presente, senza snaturare la tradizione. Certo, la battaglia più importante oggi si gioca sull’orario di apertura e sul livello di attenzione progettuale per i luoghi ancora disponibili all’interno. Le potenzialità sono enormi. Per cui ho deciso di parlare con uno dei soci fondatori di “Alle Vettovaglie”, Davide Cecio e gli ho fatto qualche domanda.
1) Raccontaci com’è nata l’idea e il format “Alle Vettovaglie”
Mi capita per lavoro di andare spesso all’estero, e occupandomi di enogastronomia ho visitato molti mercati, per cui ho una vera passione. Quando Fabio Baroncini, collega Sommelier e Massimiliano Rovini mi hanno prospettato l’idea di un investimento alle Vettovaglie, il nostro Mercato Centrale, non ho esitato. Abbiamo sposato l’idea di una filiera corta, un rapporto diretto con i produttori di vino e di cibo, che riforniscono la nostra dispensa, e animano gli eventi che organizziamo, e la voglia di assommare le loro esperienze alle nostre, per creare una cucina rispettosa della materia prima e privilegiando un rapporto qualità/prezzo.
2) E’ stato faticoso arrivare dal sogno alla pratica?
Devo dire che abbiamo incontrato nelle istituzioni una volontà chiare di fare del mercato un luogo rinnovato di presenza ed incontro che sappia valorizzare il nostro patrimonio architettonico. Superata qualche diffidenza nei confronti degli esercenti, con cui collaboriamo attivamente, oggi auspichiamo che si possa trovare una comune volontà di riattualizzare a pieno questo spazio.
3) La cura e l’attenzione ai prodotti sono importanti sia in termini di promozione della qualità che di educazione alimentare. I livornesi stanno apprezzando questi aspetti?
Non conosco livornese a cui non piaccia la compagnia e la convivialità che si ritrova a tavola. Mangiare al mercato è un’esperienza nuova, speriamo di rilanciare una cultura alimentare che vede l’idioma “livornese” accompagnare molte ricette.
4) Un aneddoto curioso che vi è capitato dall’apertura ad oggi?
Abbiamo sdoganato l’idea di Champagne “pret a porter”, siamo dei fanatici e selezioniamo personalmente etichette direttamente dalla Francia a prezzi popolari. I livornesi sembrano apprezzare perché è di gran lunga il nostro vino più venduto.
5) Qual è secondo te l’esperienza che hai visto in Italia o all’estero, maggiormente esportabile nella nostra città?
Mi piacciono molto i mercati spagnoli dove il cibo si vende e si degusta, magari sotto forma di Tapas. Se invece potessi dare gambe ad un sogno, mi piacerebbe vedere nascere una piccola Camden Town tra Piazza Cavallotti, e Largo Buontalenti, con una pianificazione urbanistica dell’area che possa essere polo attrattivo per i turisti.
6) La sfida per il Mercato Centrale è chiara, trasformarsi nella modernità senza snaturarsi. Quali i prossimi step da seguire?
Si è recentemente costituito il Consorzio delle Vettovaglie, con l’idea di mettere insieme risorse ed energie. Personalmente auspico che questo diventi uno spazio fruibile tutto il giorno, magari prevedendo chiusure che consentano di apprezzare l’atmosfera del Mercato anche per un aperitivo o per una cena. Credo che il ruolo delle Istituzioni in tal senso sia fondamentale, una riqualificazione che scopra l’idea di un area che si fa centro polifunzionale di cultura e promozione del territorio.