‘La Meloni deve fare la mamma’. Una frase detta così en passant che ha sollevato un putiferio e il buon Bertolaso in men che nn si dica si è ritrovato di nuovo nella bufera, proprio lui che nei disastri metereologici, ambientali e non solo, ci ha sguazzato per anni. Sembrerà scontato ma da mamma, non sindaco, ma lavoratrice mi sono sentita chiamata in causa in questo dibattito socio culturale che affonda le sue radici proprio nella tradizione ottusa del nostro paese. Quindi voglio dire la mia per quel che vale.
Premetto che, nel caso specifico, sono in parte contenta che alla futura mamma Giorgia sia stata rivolta una frase così maschilista e banale, perché proprio la cultura politica che ha deciso di rappresentare ne è portavoce primaria e distruttiva. Quindi un “ben ti sta” non glielo toglie nessuno.
Parlando, in termini generali e di valore sociale, invece, la questione è molto più complessa. Come ho già detto sono una mamma da 4 anni e non passa giorno in cui mi senta oppressa dal ruolo che la società mi impone. Perché io non sono solo la mamma del mio bambino ma sono una donna che fa due lavori, scrive sui blog, partecipa e perché no, si diverte pure. Non che sia semplice, figuriamoci, ma essere genitore non significa smettere di essere una persona. Tutt’altro, essere genitore è un valore aggiunto e non un limite.
Ma perché in questo bigotto paese non si perde occasione di ribadire il concetto che le donne devono stare alla conca?
Semplicemente perché non si evolve e meno semplicemente perché ci hanno abituato così, in un retaggio culturale che è davvero difficile da scardinare anche dentro se stesse. Quando lavori 8 o 10 ore al giorno e torni a casa magari dopo cena perché dovevi finire un lavoro, varchi la soglia di casa e non puoi fare a meno di sentirti in colpa. È sbagliato lo so, ma ti senti in colpa. Sai che il tuo lavoro ti piace, che tuo figlio sta bene, ma una voce dentro di te ti dice che non hai fatto la scelta giusta. È la voce della famiglia del Mulino Bianco con la mamma che serve la colazione e il pranzo a tutti, del focolare e della famiglia perfetta che ha la mamma a disposizione. È la voce della tradizione della mamma italica, chioccia che si realizza, anzi deve realizzarsi, in ambito domestico.
Ma non è così o meglio non è solo così: ogni persona, uomo o donna che sia, deve avere la possibilità di fare le proprie scelte con o senza figli, senza aver nemmeno l’impressione di essere discriminata o ritrovarsi un dito puntato contro.
La questione su cui riflettere dovrebbe essere un’altra: il Paese oltre a puntarci il dito contro, ci offre la possibilità di scegliere? Probabilmente no, o meglio lo fa ma con enormi difficoltà logistiche.
Non esiste una struttura funzionante e garantita a sostegno delle madri che lavorano e il sistema scolastico, per chi riesce ad accedervi soprattutto per la scuola dell’infanzia, è un sostegno a metà, perché se non hai una bella squadra di nonni come la mia, a casa ci devi stare per forza o devi poterti permettere una tata. Queste sono le riflessioni politiche e sociali da fare sul serio ed è su questo che dovremmo concentrarci.
Esiste anche un altro aspetto su cui riflettere e probabilmente è la questione più spinosa e silente che sta sotto al problema. Alle madri che lavorano o meglio alle donne in gravidanza, lo stato sociale garantisce dei diritti come la maternità retribuita per un certo periodo di tempo e i permessi allattamento. Non è molto probabilmente, ma è assolutamente una base da cui partire. In Svezia lo stato ti manda una scatola per la prima assistenza del bambino ma non ci allarghiamo.
Il punto su cui vorrei soffermarmi non è tanto il diritto alla maternità, sacrosanto e legittimo ma l’uso che se ne fa. Sento spesso di richieste di maternità anticipata senza reale motivo, di permessi presi per non sfruttare le ferie o per stare a casa a Natale. Ecco questo non si chiama diritto ma approfitto e in Italia lo conosciamo bene. È con questo atteggiamento assistenzialista e non giustificato che i diritti acquisiti si perdono e magari ne fanno le spese proprio quelle mamme che hanno davvero bisogno di stare a casa non solo per Natale o per non consumare le ferie. Se ci comportiamo così, non ci offendiamo delle frasi del Bertolaso di turno perché allora hanno ragione loro.
Nel frattempo Giorgia Meloni ha deciso di candidarsi comunque e io apprezzo la scelta. Magari anche tra le fila della destra italiana qualcosa cambierà. Chissà.