La Camera di Commercio di Livorno ed il suo Centro Studi e ricerche hanno oggi presentato il rapporto annuale sul territorio livornese. Al suo interno si trovano molte analisi interessanti per comprendere qual è il reale stato del nostro territorio provinciale. Riporto qui i dati più interessanti mentre a fondo pagina trovate il Pdf completo ed il Power point di presentazione.
Dati sulla popolazione.
La popolazione residente in provincia di Livorno è mediamente più vecchia di quella italiana.
Gli stranieri rappresentano circa l’8% dei residenti e contribuiscono a ringiovanire la popolazione residente nella nostra provincia.
La classe di età degli over 65 è quella che, in dieci anni, è cresciuta più delle altre. Attualmente un residente su quattro ha più di 65 anni ed è dunque pensionato, o lo sarà a breve. Le classi fra 15 e 49 anni appaiono in calo ma i giovanissimi (15-24 anni) risultano sostanzialmente nello stesso numero di dieci anni prima mentre i giovani (25-34 anni) sono in forte riduzione.
Dati sulle imprese.
Nel corso del 2015 si è consolidato il processo di crescita numerica delle imprese già osservato l’anno precedente. Il tessuto imprenditoriale provinciale si trova ormai lontano dal livello minimo toccato nel 2009.
In dieci anni è aumentata la dimensione media d’impresa: la distribuzione delle imprese per forma giuridica ha visto crescere le società di capitale a scapito delle società di persone e delle imprese individuali. Queste ultime continuano comunque a rappresentare la maggioranza assoluta delle imprese.
Pensioni e pensionati.
A fronte di un reddito imponibile provinciale di circa 4,7 miliardi, il reddito imponibile da pensioni ammonta a poco meno di 1,9 miliardi. Inoltre, se consideriamo che l’ammontare annuo degli assegni pensionistici erogati corrisponde a poco meno del 25% del valore aggiunto prodotto in provincia di Livorno (in Toscana è il 18%, in Italia il 17%) e che circa un abitante ogni tre residenti (neonati compresi) è pensionato, si può facilmente comprendere come il settore specifico, per la capacità di spesa e la propensione al consumo e al risparmio generate, debba essere particolarmente monitorato dalla Camera di Commercio. Le pensioni a Livorno, non sono il crepuscolo ma la base portante della nostra economia. Il reddito medio per pensionato a Livorno è 19.961 €. In Toscana 17.985 € ed in Italia 17.040 €
Il mercato del lavoro.
A Livorno nel 2015 sono quasi 1.500 gli occupati in più rispetto al 2014 (+1,1%), una crescita importante per la provincia, in termini percentuali persino superiore a quella calcolata per il contesto nazionale (+0,8%). La performance regionale è ancor migliore e vale un +1,5%, facendo quindi pensare che si tratti di una ripresa diffusa e non attribuibile a situazioni specifiche.
In aumento il numero dei residenti di 25 anni e più con laurea.
Indici del mercato del lavoro 15-24 anni a confronto:
Tasso di disoccupazione: 10,1 (2004); 29,6 (2014); 37,0 (2015)
Tasso di occupazione: 32,3 (2004); 22,0 (2014); 18,7 (2015)
Tasso di mancata partecipazione: 25,5 (2004); 40,9 (2014); 44,6 (2015)
Indici del mercato del lavoro 25–34 anni a confronto:
Tasso di disoccupazione 25-34: 8,7 (2004); 17,6 (2014); 15,3 (2015)
Tasso di occupazione 25-34: 72,9 (2004); 60,2 (2014); 61,7 (2015)
Tasso di mancata partecipazione 25-34: 15,1 (2004); 28,8 (2014); 26,9 (2015)
Avanza significativamente l’occupazione in Agricoltura. Tale incremento occupazionale è confermato anche a livello regionale e nazionale. Per Livorno e Italia si tratta del secondo anno consecutivo di crescita occupazionale del settore. Inarrestabile l’emorragia occupazionale del settore Costruzioni che registra un altro significativo calo su tutti i contesti territoriali di riferimento: Livorno -8,7%, Toscana -9,9% e Italia -1,1%. Rispetto al 2008 la perdita di occupazione equivale al 54% per Livorno, al 21% per la Toscana ed al 25% per l’Italia. La speranza è che la ripresa del mercato immobiliare registrata nel 2015 si traduca presto anche in un miglioramento della situazione del settore che per ora non sembra reagire al trend positivo degli indicatori di mercato. Per il macro settore Commercio, Alberghi e Ristoranti Livorno registra un’importante contrazione occupazionale (-4,6%), decisamente non in linea con quanto si verifica nella media regionale (+2,8%) e nazionale (+0,7%). C’è da dire che nel 2015 a Livorno si è verificato un aumento del prezzo dei servizi ricettivi e di ristorazione che si accompagna, tuttavia, ad un andamento positivo del tessuto imprenditoriale. L’unica ipotesi che si può fare è che gli imprenditori, preoccupati dall’incerta ripresa, abbiano cercato di ridurre le spese di personale. Buono è invece il risultato occupazionale registrato da Altri Servizi (escluso Commercio e Alberghi / Ristoranti): +1,4% Livorno, +1,7%, Toscana, +1,3 % Italia. In definitiva, a Livorno la crescita occupazionale 2015 è ascrivibile ad Agricoltura, Industria in s.s. e Altri Servizi (escluso Commercio e Alberghi-Ristoranti). Negli altri contesti territoriali, hanno offerto un contributo positivo anche i settori Commercio e Alberghi-Ristoranti. Gli occupati residenti a Livorno sono costituiti per il 75% da dipendenti e per il restante 25% da indipendenti, ovvero imprenditori, liberi professionisti e simili. Questo genere di composizione ha perfetta rispondenza con il dato regionale mentre in Italia la percentuale dei dipendenti risulta di gran lunga maggiore (91,6%).
La conclusione del presidente della Camera di Commercio, Sergio Costalli: “Nel mondo globalizzato Livorno o è “il mondo” oppure pare chiudersi in se stessa, non ricerca vie diverse, mediazioni e commistioni. Vive per sé, in una cultura propria, che, in tempo di crisi e archiviati gli antichi splendori, si è trasformata nella cultura dell’attesa e del passaggio. La coesione sociale è tutta lì, basata sull’attesa e sul bel ricordo. Pertanto non accetta turbative, non consente cambiamenti e, quando questi si manifestano, li contrasta. Eppure dalla nostra indagine vedremo insieme alle ombre anche tante luci: il saldo delle sedi d’impresa è attivo; l’incidenza delle imprese “femminili” registrate è più alta di quella nazionale così come quella delle imprese “straniere”; in valori assoluti, in un anno, l’occupazione ha avuto un incremento di 1500 unità (9.700 unità in più rispetto al 2005) mentre, purtroppo, cresce sempre più il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 15 e i 24 anni. E’ aumentata la produttività del lavoro ed il valore aggiunto. Consecutivamente, da quattro anni, aumentano in maniera rilevante i depositi bancari così come, nel 2015 abbiamo registrato anche un significativo aumento degli impieghi. I “fondamentali” quindi ci sono per ripartire. Ma come? Porto? Turismo? La chiave per aprirci la porta del futuro non potrà essere unica e, prima di ogni altra cosa, il futuro dovremo “vederlo” per potercelo costruire.”