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Luca Dal Canto e la sua Livorno

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Abbiamo intervistato Luca Dal Canto, ​Filmaker, regista e fotografo attivo in tutta Italia.

1. Qualcuno ha detto che in ogni grande amore c’è una stilla d’odio, e in ogni grande odio una stilla d’amore. Cosa provi per Livorno?
Tanta sofferenza, tanta delusione, proprio perché l’ho amata tanto e so quanto potrebbe valere. Vivendola quotidianamente, quando sono qui, scopro sempre più quante risorse culturali, turistiche e purtroppo umane riesce a sprecare. Livorno, la Livorno di oggi, in pratica, ti annienta psicologicamente, ti disorienta, nel bene e nel male. Provo poi un’incredibile, paradossale nostalgia quando sono lontano per lavoro in alcuni periodi dell’anno. Ho paura di dimenticarla, di non rivederla, di perderla per sempre. E’ un rapporto morboso, lo so, proprio come se fosse la mia fidanzata. E quando vedi la fidanzata che sta male, ti senti uno straccio, faresti di tutto per farla stare bene; il problema è che con Livorno, ormai, questo obiettivo è quasi irraggiungibile.

2. Com’è cambiata questa città negli ultimi anni?
Tanto, troppo. In peggio. Mi sembra che giorno dopo giorno regredisca sempre più e sotto ogni aspetto, da quello economico a quello sociale, da quello culturale a quello politico (intendendo le competenze politiche che vengono messe in campo). Il crollo è stato più che mai tangibile negli ultimi 15 anni. A Livorno, tra i livornesi, non c’è più quella forte identità culturale, storica e sociale, anche popolare, che ci contraddistingueva nei decenni precedenti. Quei pochi strascichi positivi sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale, memori dell’illustre passato della nostra città, sono scomparsi quasi definitivamente. E’ una città ormai priva di ogni senso di realtà, chiusa e abbandonata a se stessa, dove tutto sembra buttato lì per caso, senza una programmazione precisa e approfondita, senza uno sguardo al futuro. Una città, specchio dell’Italia contemporanea, dove purtroppo troppo spesso regna l’amatorialità. Un tempo ero più ottimista, crescendo mi sono dovuto purtroppo ricredere. Aveva ragione chi mi diceva che a Livorno non c’è speranza, potrebbe esserci ma non c’è. Citando il “Lungomai” di Simone Lenzi, sembra che qui tutto sia pietrificato. Forse per la vicinanza dell’Isola di Gorgona?

3. Esiste secondo te una vocazione, un talento specifico di questa città, che non siamo ancora riusciti a valorizzare?
Se esiste? Livorno ne è piena, ma se proprio ne devo scegliere uno è la Cultura di cui la maggior parte livornesi crede di essere priva. Se ripensiamo alla Livorno dell’Illuminismo, dell’editoria settecentesca, alla Livorno dei Macchiaioli, alla Livorno delle origini del Cinema, alla Livorno patria di artisti mondiali (Giovanni Fattori, Amedeo Modigliani, Leonetto Cappiello, Giorgio Caproni, Ernesto Rossi, Piero Ciampi, Pietro Mascagni e tanti altri), è incredibile constatare che in questo campo non venga assolutamente più indirizzato alcun interesse – o perlomeno un interesse degno di una città di 170 mila abitanti – da parte dell’amministrazione e degli stessi cittadini. Le poche iniziative organizzate sono quasi sempre prive di appeal, fatte in casa, mal gestite e soprattutto poco pubblicizzate, se non a livello locale.

4. Se tu potessi cambiare qualcosa di Livorno, cosa cambieresti?
Cambierei proprio questo aspetto. La provincialità, la paura di osare, di rischiare. La mancanza di coraggio, il credere che quello che viene fatto a Livorno debba essere solo per i livornesi. E’ la disillusione di un’intera città che affossa Livorno.

5. C’è un detto che dice “Meglio disoccupato all’Ardenza, che ingegnere a Milano”, tu ti senti più ingegnere a Milano o disoccupato all’Ardenza?
Visto il lavoro che faccio mi sento disoccupato a Livorno, a Milano, a Roma, ovunque. Quando finisco un progetto lavorativo non so mai cosa mi capiterà e quando mi capiterà. Sono precario a vita, ma fortunatamente faccio quello che volevo fare da piccolo e per cui ho studiato.

In fondo in fondo la Cultura dà anche da mangiare. Bisogna solo crederci. Sveglia Livorno!

Luca ha rilasciato anche una video intervista alla nostra Redazione, che troverete nel video di seguito.

Per info su Luca ed il suo lavoro, cliccate qua

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