Su 95.000 musei nel mondo, il 95% del patrimonio museale si trova in deposito, a fronte di una piccola percentuale esposta. Un dato incredibile se si pensa che le strategie di valorizzazione di una collezione e del suo museo partono proprio dal deposito: è qui che si stabilisce il concept di un museo
29 Ottobre 2021, Museo della Città di Livorno. Questi sono il giorno e il luogo di inaugurazione della mostra Magazzini generali. Le collezioni livornesi dai depositi al museo, un’esposizione “fatta in casa”: oltre 90 “mai visti” tra opere e oggetti d’arte che da troppi anni erano “nascosti” agli occhi dei non addetti ai lavori.
Un lavoro cominciato molto tempo prima, in piena pandemia. Mentre musei, istituzioni e luoghi di cultura chiudevano, il Comune di Livorno ha accolto la proposta degli operatori museali di lavorare in backoffice.
Ma che cosa si fa dietro le quinte di un museo? Forse il lavoro più importante! Si porta avanti il museo stesso e tra le operazioni che vengono fatte c’è quella del riordino del deposito.
Tutti i beni conservati in quei luoghi devono essere inventariati, ed ogni museo deve adottare procedure condivise e digitalizzate per tracciare la collocazione dei beni e la loro eventuale temporanea movimentazione, assicurare l’incremento della documentazione di ogni singolo oggetto operando nella logica del catalogo unico.
Ogni attività di studio e ricerca va documentata consentendo la piena accessibilità in ambiente digitale, e stimolando processi di partecipazione pubblica nella costruzione di contenuti culturali. Sembrano cose difficili da comprendere, ma rappresentano l’anima del museo.
Nel 2019 a Matera si è tenuta un’importante giornata di studi dedicata ai depositi museali, organizzata da ICOM Italia in collaborazione con il Polo museale regionale della Basilicata Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ed è emersa l’importanza di questi luoghi e la necessità di valorizzarli.
Attuali ricerche stimano che su un totale di circa 95.000 musei nel mondo, il 95% del patrimonio museale si trova in deposito, a fronte di una piccola percentuale di opere esposte. Un dato incredibile se si pensa che le strategie di valorizzazione di una collezione e del suo museo partono proprio dal deposito: è qui che si stabilisce il concept di un museo.
Luoghi quindi di grande importanza ma spesso dimenticati, ignorati o trattati alla stregua di vecchie cantine disordinate.
Emerge allora chiaramente la necessità e il dovere di conoscere, conservare, tutelare, valorizzare e comunicare in spazi e secondo modalità adeguate, anche il patrimonio attualmente stipato nei nostri depositi.
Con Magazzini generali, la mostra promossa dal Comune di Livorno, ormai terminata, in parte ci siamo riusciti. Immaginiamo di socchiudere la porta di un deposito blindato e di trovarci in mezzo a scatoloni, tele da scartare, grandi tavole dipinte e tra queste un enorme manifesto di Leonetto Cappiello, uno strano oggetto di Bruno Munari, una abbagliante natura morta del 1600, un’opera optical degli anni ’70.
Tutto questo è stata Magazzini generali, una mostra nata grazie alla passione degli operatori museali, con un’allestimento fortemente originale pensato da un professionista della grafica e della comunicazione e con la consulenza della storica dell’arte Antonella Capitanio.
Un primo passo che ha permesso a molti livornesi e non solo di che cosa è capace la nostra città e che ci ha permesso di far capire che il deposito museale è davvero un luogo di meraviglie. L’essenziale è invisibile agli occhi.