Al mese di febbraio in Toscana il totale degli interventi ammessi a detrazione BONUS110% era di 1.332.865.524,77 € a fronte di un totale nazionale di 21.144.508.224,72 €
Negli ultimi tempi si è parlato tanto dei bonus edilizi in corso, soprattutto per quanto riguarda il superbonus 110%.
Tale norma ha consentito la ripresa di un comparto che era in un momento di crisi, anche se ciò è avvenuto con molte difficoltà dovute prima alle incertezze sull’applicazione, poi con le proroghe arrivate gli ultimi giorni utili ed alla fine con norme cambiate in corsa creando grande incertezza.
E’ da premettere che la norma ha previsto la possibilità di usufruire di questo bonus non solo alle persone fisiche, ma anche agli istituti autonomi case popolari.
E’ ad esempio da mettere in evidenza che CASALP ha previsto un piano di 63 milioni di euro per la riqualificazione degli edifici nella Provincia di Livorno.
Ma c’è un altro aspetto importante da non sottovalutare. L’approvazione di questa legge ha messo al centro del dibattito la riqualificazione energetica degli edifici e l’utilizzo delle energie rinnovabili.
Al mese di febbraio in Toscana il totale degli interventi ammessi a detrazione BONUS110% era di 1.332.865.524,77 € a fronte di un totale nazionale di 21.144.508.224,72 € (fonte ENEA).
Una cifra importante a carico dello Stato ma se consideriamo i posti di lavori che ha sviluppato e le ricadute sui territori anche per le amministrazioni pubbliche, ma soprattutto se analizziamo quello che sta succedendo in questi giorni con la crisi per la guerra in Ucraina e con i costi lievitati del gas e dell’energia, siamo sicuri che si tratti di un costo e non di opportunità?
Dal mio punto di vista si tratta di un’opportunità che nei prossimi anni apprezzeremo sempre di più, ma che ci fa capire quanto il nostro paese, seppur con grandi potenzialità, sia in grosso ritardo sulle rinnovabili a causa di scelte politiche poco lungimiranti fatte negli anni passati.
Con l’aumento delle tariffe di luce e gas solo il Comune di Livorno ha stimato un aumento della spesa corrente nel bilancio di oltre 3 milioni di euro.
Leggendo questi dati si può capire che il ritardo è enorme, e l’unica strada è quella di fare investimenti rendendo gli incentivi qualcosa di stabile per i prossimi 10 anni, partendo dagli edifici pubblici (scuole, ospedali, sedi istituzionali).
Foto presa da lavoripubblici.it
