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Le fiamme mai spente, trentuno anni del Moby Prince

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Molti dei nostri lettori, come me del resto, non erano nati nell’aprile del 1991. Nonostante questo il Moby Prince ha sempre rappresentato una ferita nella nostra città, indelebile e perfettamente riconoscibile anche da chi non era presente in quella notte di primavera.

Centoquaranta morti senza alcun responsabile: la strage del Moby Prince in termini di perdite di vite umane ha rappresentato la più grave tragedia riguardante la Marina Mercantile Italiana dal secondo dopoguerra ed uno degli aspetti più controversi della giustizia italiana.

Le vicende giudiziarie del Moby Prince sono controverse e note ai più: subito dopo la collisione dell’aprile 1991 tra il traghetto Moby Prince e la nave petroliera Agip Abruzzo, la Procura di Livorno ha aperto un fascicolo per omissione di soccorso e omicidio colposo.

Il processo di primo grado inizia nel novembre 1995 e si conclude nel 1997 al termine del quale viene pronunciata la prima sentenza di assoluzione di tutti gli imputati. Il fatto non sussiste.

Da questa prima sentenza inizia una escalation di vicende travagliate che riguardano indagini chiuse e riaperte, fascicoli fantasma, corruzione in atti giudiziari e sentenze riformate che ci conducono ai giorni nostri.

La lotta civile dei familiari delle vittime, la tenacia e la voglia di giustizia, ha dato vita a diverse associazioni e alla nascita del movimento #iosono141. Dai dossier presentati dalle associazioni nascono disegni di legge e nel 2015, dopo notevoli ritardi, viene istituita la prima commissione d’inchiesta presieduta dall’onorevole Silvio Lai in Senato. Degli esiti trovate qui i materiali

Con l’obiettivo di ricostruire con la massima precisione la dinamica ed i motivi della collisione del Moby Prince, nel maggio 2021 nasce alla Camera una nuova Commissione parlamentare di inchiesta che, per la prima volta, vede la partecipazione di tutta la politica livornese.

É guidata e presieduta dal parlamentare dem Andrea Romano con vice-presidente Manfredi Potenti della Lega e il commissario Francesco Berti per il M5S: un segnale importante che permette alle istituzioni e alla politica di riconciliarsi dopo i troppi anni passati a guardare da lontano questa battaglia e con lo scopo di cercare giustizia laddove proprio le istituzioni, magistratura in primis, hanno fallito.

Il fondamentale supporto delle audizioni della prima Commissione, insieme all’acquisizione di nuovi elementi mai analizzati prima (foto satellitari, le perizie sui reperti, le conversazioni audio della notte dell’incidente), faranno integralmente parte della Relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta prevista per la fine dell’anno.

La percezione, sempre più evidente e maturata nel corso degli anni, è che non ci sia stato un unico responsabile ma che quella notte furono fatti tanti, troppi errori. La prima Commissione d’inchiesta del 2018, nelle note conclusive presentate al termine dei tre anni di lavoro, non ha trovato la causa dell’incidente ma ha avuto il grande merito di chiarire cosa non trovava corrispondenza nelle “verità giudiziarie”.

Si è messa in evidenza l’assenza di soccorsi tempestivi, il fatto che l’Agip Abruzzo non doveva stare dove è stata trovata ancorata oltre all’aver confermato l’assenza di nebbia durante quella notte, ponendo così definitivamente fine alle false verità che avevano ispirato sentenze giudiziarie largamente infondate.

La costante in tutti questi anni è stata senza dubbio la forza delle famiglie delle vittime che, insieme alle associazioni, per più di trent’anni si sono battute, e si stanno ancora incessantemente battendo, per ottenere giustizia e verità per i propri cari.

È stato uno degli aspetti più toccanti del passaggio del Presidente Mattarella che, durante lo scorso anniversario dei trent’anni dalla tragedia, si è espresso duramente rispetto la necessità inderogabile di far luce sulle responsabilità dell’incidente e sulle circostanze che lo hanno determinato, sottolineando l’importanza ed il valore civico dell’impegno delle associazioni.

E parlando di associazioni, di famiglie, non si può non rivolgere un pensiero a Loris Rispoli, simbolo di questa battaglia, che ha dedicato la propria vita per ottenere verità e giustizia.

Nel frattempo domani, 10 aprile 2022, si ricordano i trentuno anni da quella notte.

Il Comune di Livorno presenta un fitto calendario di eventi durante la giornata di domenica per ricordare quella che è stata una delle stragi marittime più grandi dei nostri tempi.

Ci teniamo, quindi, ad allegare il link per prendere visione delle manifestazioni e per invitarvi a partecipare e seguire quanto in programma, per ricordare quanto accaduto e per rivendicare, ancora una volta, la necessità di giustizia.

Link per gli eventi: https://www.comune.livorno.it/articolo/domenica-10-aprile-cerimonie-iniziative-nel-31deg-anniversario-della-tragedia-del-moby

Foto presa da rainews.it

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