Osservare dall’esterno
La città di Livorno sta discutendo e preparando il nuovo Piano Operativo. E’ l’occasione per immaginare il futuro della città e avere diverse visioni di quel che sarà. L’avvocato Ruggero Morelli ha raccolto alcuni pensieri di concittadini appassionati e ce li ha inviati. Li racconteremo in questa rubrica, episodio dopo episodio. Ecco il decimo.
Quale futuro per Livorno?
Negli ultimi 16 anni, da livornese trasferitasi altrove, ho avuto modo di osservare i cambiamenti della città dall’esterno. Cambiamenti spesso in positivo, con valorizzazione di diverse zone, recupero di edifici (Baracchina rossa, una vera perla), iniziative brillanti (mostra di Modigliani), ma anche in negativo, in particolare con riferimento ai continui atti di vandalismo e furti con scasso in tante attività commerciali e la totale inabilità di controllare alcune situazioni al limite della civiltà e del rispetto della sicurezza dei cittadini (alcune zone del centro, come è noto, ma anche la situazione di piazza Bartolommei ad Antignano). In altri casi quello che si nota è la mancanza di capacità di cogliere opportunità di sviluppo e di crescita potenzialmente molto impattanti, a titolo di esempio citerei sicuramente tutto l’indotto del turismo che rappresenta la vera occasione mancata del nostro territorio.
Ahimè, ritengo che molte, troppe criticità di Livorno dipendano dalla tipica indole livornese, così goliardica, piacevole e dissacrante, ma allo stesso tempo insolente, irrispettosa, insofferente alle regole e alle novità. Questo fattore culturale così peculiare della città, che già in provincia è molto meno evidente, rende molto difficile l’intervento di sensibilizzazione su tante tematiche che dipendono fondamentalmente dal senso civico, dal rispetto della cosa pubblica, dalla visione del bene della collettività. Sono quindi perfettamente consapevole di quanto sia difficile agire su questioni che da questo derivano, quali ad esempio tutte le problematiche connesse al vandalismo, oppure tutto il tema del turismo, dove, aldilà della mancanza di investimenti diretti e valorizzazione di molte risorse, quello che manca è sostanzialmente una predisposizione commerciale e una vocazione proattiva nei confronti del turismo in senso lato.
Ciononostante, dopo questa doverosa premessa, vorrei dare un contributo attivo e molto pratico elencando quali potrebbero essere delle iniziative di valore aggiunto per la città e la sua cittadinanza. Le idee, frutto anche del confronto con amici che hanno vissuto storie personali simili alla mia, sono le più varie, spaziano in diversi campi anche sconnessi tra di loro, ma vogliono essere molto concrete e semplici. Non inserisco volutamente argomentazioni sul mondo del lavoro e dell’economia territoriale in quanto lavoro in un’altra città e non ho avuto (ancora) modo di vivere queste tematiche da vicino, avendo lavorato all’estero o in un’altra regione dalla laurea in poi.
Non posso non iniziare da un tema che mi trova particolarmente sensibile, in quanto mamma lavoratrice a tempo pieno e in un’altra città, con pochi familiari di riferimento sul territorio: Livorno è una città dove si dà per scontato l’intervento costante e consistente dei nonni nella gestione familiare. Aldilà delle considerazioni personali sull’effettiva adeguatezza e idoneità di questo modello, è evidente che le situazioni nelle quali il supporto dei familiari non esiste sono in marcato aumento. Di fronte a questa evoluzione si rende necessario un cambio sostanziale nell’ottica dell’Amministrazione comunale che tenga presente di queste esigenze.
Esempi pratici: in altre città gli asili nidi e le scuole d’infanzia comunali offrono il servizio del dopo-scuola, dalle 15.45 circa (orario dell’uscita principale) alle 18/18.30 a seconda delle strutture. Tralasciando le specificità della situazione contingente legata all’emergenza Covid-19, che ha reso l’applicazione di questo servizio discontinua negli ultimi due anni, il dopo-scuola è fondamentale per chi lavora a tempo pieno e non può permettersi una baby sitter o non vuole ricorrervi. Di solito le/gli educatrici/educatori necessari in questa fascia oraria sono pochi perché il servizio non viene richiesto da tutte le famiglie. Trovo veramente anacronistico che a Livorno ancora non sia prevista questa possibilità.
Altro tema connesso: il servizio di mensa per le scuole d’infanzia e primarie statali inizia solitamente con la prima settimana di ottobre. Questa peculiarità comporta inevitabili problemi per le famiglie che non solo devono organizzarsi per tutta l’estate, ma anche per l’intero mese di settembre, nonostante l’inizio della scuola avvenga più di due settimane prima. Non ho mai capito il motivo di tale ritardo nell’erogazione della mensa, ma men che meno intuisco perché non vi sia stato posto rimedio.
La mancanza di servizi di supporto alle famiglie ha un immediato e intuibile risvolto sul mondo dell’occupazione, sommandosi a tutta una serie di fattori che già rendono il mondo del lavoro non molto attraente per una certa categoria di genitori.
Passando alla vera grande risorsa del territorio, ovvero il mare, si potrebbe valutare una serie di interventi che permetterebbero una maggior fruibilità dello stesso a beneficio di tutti i cittadini, ad esempio il potenziamento della zona dei Tre Ponti con servizi a pagamento (modico) per accesso attrezzato durante tutto l’anno a servizi quali surf, wind surf, kitesurf, bagno in mare con: docce calde (ne basterebbero due, con accumulo pannello solare termico), spogliatoio (un paio di cabine), armadietti, bar/ristoro da dare in gestione, illuminazione serale (lampioni FV) negli spot frequentati dai surfisti per consentire l’agibilità anche nei brevi pomeriggi invernali.
Le zone di mare da potenziare sono tante e potrebbero agire da volano per attirare turismo anche solo da zone limitrofe, e allo stesso tempo costituire un servizio a uso dei cittadini. Livorno ha diversi spot molto frequentati da surfisti/windsurfisti di tutta la Toscana: cosa offriamo loro? Come capitalizziamo sulla loro presenza?
In generale sarebbe utile ripensare un po’ tutta la catena del valore delle spiagge e scogli cittadini, dove i due estremi sono costituiti dagli stabilimenti attrezzati (sicuramente molto migliorabili in quanto a servizi offerti) e le spiagge libere senza servizio alcuno. La cosa più bella di Livorno, come dice qualsiasi livornese, è il mare. Possiamo valorizzarlo a beneficio dei cittadini e delle casse comunali.
Sempre in quest’ottica un’altra zona che ho trovato con estremo dispiacere in totale degrado e che credo abbia potenzialità inespresse veramente considerevoli è la zona del Metamare. La vista, lo spazio, l’accesso alla spiaggia, la facilità di parcheggio, il verde intorno lo rendono un bacino dalle possibilità eccezionali.
Viabilità: giusto qualche spunto, in quanto sicuramente non posso considerarmi un’esperta su un tema che è già ampiamente trattato e dibattuto da sempre. In primis, manca una direttrice est-ovest, che eviti agli automobilisti di fare il giro di Livorno (“green” è anche non fare 10 km per spostarsi di 500 m a causa del piano del traffico). Seconod, riportare la viabilità della zona Porto mediceo/cantiere alla situazione vigente nell’epoca pre-Nogarin (“green” è anche non stare mezz’ora in coda). L’area è diventata ormai veramente inaccettabilmente critica. Questo è forse un evidente caso in cui innovare a tutti i costi può essere controproducente.
Ambiente: per quanto di base il rispetto dell’ambiente dipenda dal senso civico della comunità che lo abita, alcune iniziative potrebbero essere di aiuto. Ad esempio organizzare su base regolare giornate di pulizia di aree della città (parchi, spiagge) per volontari che si offrono di partecipare, fornendo loro i mezzi e l’organizzazione, magari utilizzando come centri di riferimento i vari circoli scolastici e coinvolgendo quindi le famiglie intere, contribuendo a rafforzare quel senso di rispetto degli spazi comuni che proprio nella scuola e nella famiglia dovrebbe trovare l’insegnamento.
Decoro urbano e pulizia: menzione particolare va fatta per i marciapiedi cittadini, che si trovano in uno stato di pessima manutenzione ed evidente sporcizia, fino ad essere in diversi punti maleodoranti. Anche qua sicuramente parte della responsabilità è da imputare a padroni di cani poco rispettosi, ma sicuramente c’è margine per migliorare la regolare pulizia. Un altro aspetto che ho avuto modo di costatare muovendomi per anni col passeggino qua e in altre città è come a Livorno manchino quasi totalmente gli scivoli sui marciapiedi. Questa mancanza fa parte del più generico tema delle barriere architettoniche, dove a Livorno c’è ancora molto lavoro da fare.
Sulla rivalutazione e riqualificazione del centro si potrebbe fare molto. Il fenomeno di decentralizzazione di tante attività a vantaggio dei centri commerciali periferici non è esclusivamente livornese, ma qui ha trovato maggior manifestazione portando al declino di intere zone. Sicuramente migliorare l’offerta di parcheggi e controllare alcune zone anche con la presenza fissa delle forze dell’ordine potrebbero essere spunti per una valorizzazione a più ampio spettro.
Un’ultima menzione va al tema generale dell’organizzazione degli eventi. Livorno è una città che mostra solitamente molto entusiasmo per eventi sportivi, sarebbe un canale da potenziare anche per richiamo di turismo dal resto della Toscana, così come eventi culturali del calibro della mostra di Modigliani.
Spero di aver dato un contributo concreto e pratico apportando idee che possano essere considerate per migliorare una città dall’incredibile potenziale, e nella quale dopotutto ho cercato per anni di poter tornare a vivere. Ma il mare non è tutto.