Il dualismo Calenda – Sinistra per le fasce di elettori più giovani e i motivi di una possibile sorpresa alle urne.
Siamo nel fatidico mese delle elezioni, la guerra dei sondaggi entra nel pieno, e non vorrei essere nei panni dei nostri politici.
Tante sono state le sparate, poi smentite clamorosamente dai risultati delle urne. Uno dei dati più delicati riguarda l’orientamento di voto dei nuovi elettori, almeno nell’equilibrio della Camera, e del famigerato partito degli indecisi e delle astensioni.
La distanza tra gli schieramenti dei due poli sembrerebbe poco colmabile, con una vittoria alle urne decisamente orientata verso la compagine di Meloni & Co., ma un conto è perdere e un altro conto è subire una disfatta epocale, come alcuni paventano.
I giovani, tendenzialmente più istintivi, se hanno orientamenti di destra, sembra si stiano orientando molto verso Calenda. L’ex ministro ha una dialettica molto diretta e si è aperto a una comunicazione molto giovane, utilizzando anche social come TikTok.
I temi trattati in modo diretto e l’incisività dimostrata quando era ministro in carica fanno di Calenda un polo attrattivo delle fasce più giovani dell’elettorato, che vedono in lui una persona che parla anche il loro linguaggio, con temi concreti senza le sparate tipiche della destra populista.
Un tema caro ai più giovani è quello dei diritti e su questo la posizione ambigua dei sovranisti fa tentennare la matita nelle giovani mani dei ventenni più sensibili: aborto, diritti civili, libertà religiosa, parità di genere, cultura ambientale sono tematiche fondamentali, che ormai e per fortuna i giovani hanno fatto proprie.
La coalizione guidata dal PD incarnerebbe naturalmente la maggior parte di queste tematiche, peccato si ostini ad usare un linguaggio obsoleto, che continuamente richiama allo spettro delle destre totalitarie del secolo scorso, con ricorsi che i giovani del nuovo millennio non colgono e, in alcuni gravi casi, non comprendono neanche.
Non fraintendete, non si sta parlando dell’antifascismo costituzionale, quello che dovrebbe essere ormai scontato e assodato (anche se alcuni benpensanti continuano a fare richiami più o meno stupidi al ventennio), si parla piuttosto di una destra moderna e diretta che ammette senza imbarazzo di essere antifascista, cosa che spiazza completamente la propaganda del centrosinistra, che da anni urla che la democrazia è in pericolo. Sappiamo tutti com’è finita la storiella di “Al lupo! Al lupo!”.
Solo l’elettorato più datato risente di questi richiami all’identità democratica del Paese, ma sarà proprio questo elettorato (dai 40 ai 55 anni circa), tendenzialmente a sinistra, che diserterà maggiormente le urne, convinto che questo PD debba prendere una vera batosta per poter rinascere senza che diventi una DC annacquata da un po’ di rossiccio di SI e Verdi.
In effetti nelle ultime tornate elettorali il PD non hai mai vinto le elezioni, ma alla fine si è trovato sempre al Governo, per una ragione o per l’altra.
Calenda (anche più dell’alleato Renzi) a mio avviso vedrà un consenso importante nel proporzionale, che forse non si tradurrà in parlamentari, ma che sarà un trampolino importante per i prossimi appuntamenti, perché chi parla ai giovani parla più a lungo e convince con più facilità l’orientamento di voto, non ancora cristallizzato in idiomi legati a una militanza lunga una vita.
Il PD impari a parlare ai giovani che non capiscono e non sono interessati alle liti di condominio: avete mai visto un ragazzo di vent’anni che va alla riunione di condominio al posto dei genitori?