Disquisizioni artistiche tra un cappuccino due brioches…
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una discussione da bar, di quelle possenti. Roberto e Mario, davanti al bancone – sfoglia alla crema in mano l’uno, budino di riso l’altro – discutevano animatamente di musica nella miglior calata livornese.
“Non ci sono più i cantanti di una volta! Ma l’hai sentito quello? Stonato come una campana! E quell’altro che non ha voce?” ha sentenziato il primo. “Aspetta” ha replicato il secondo, sorseggiando il cappuccino “non parliamo dei testi, eh? Roba da torta!”. “See”, ha allora ribattuto il primo “pensi che li scrivano i cantanti i testi? Altri tempi…”
Questi sono sempre occasioni divertenti e di riflessione per me. Il pubblico ha sempre ragione, anche quando ha torto. Perché? Perché esprime un’idea, una sensazione, un sentimento. Grazie a questo siparietto mattutino, ho fatto una riflessione su cantanti e autori italiani di oggi e di ieri divagando anche verso altre cosucce…Intanto ho immaginato di provare a raccontare a un bimbo di dieci anni la differenza tra cantante e cantautore.
Il cantante si limita ad eseguire le canzoni scritte da altri autori, il cantautore invece scrive e compone le proprie canzoni. Il cantante è un interprete che canta le canzoni di altri autori (scrittori, compositori, arrangiatori o produttori). Il cantante si concentra sulla performance della canzone, lavorando, nella teoria delle cose, su tecnica vocale, interpretazione e arte comunicativa.
Il cantautore (sempre in teoria) è un artista completo che scrive le proprie canzoni e le esegue, e in genere è coinvolto anche nella produzione musicale, dall’arrangiamento alla registrazione in studio. Il cantautore spesso scrive canzoni che riflettono la propria esperienza di vita e le sue idee e utilizza la musica come mezzo di espressione personale.
In sintesi, la principale differenza tra cantante e cantautore è che il primo si concentra sull’interpretazione di canzoni scritte da altri, mentre il secondo è un artista completo che scrive, compone e interpreta le proprie canzoni.
E fin qui ci siamo.
Pensando a questo mi sono soffermato per un attimo sulla situazione cantautorale italiana, di ieri e di oggi, facendo un veloce panorama mentale. L’Italia ha una lunga e ricca tradizione di cantautori, che ha visto sfornare negli anni talenti che son storia della musica moderna. Oggi la scena italiana dei cantautori è più vivace che mai, con una nuova generazione di artisti in grado di portare avanti la tradizione del cantautorato italiano e – allo stesso tempo – innovare e sperimentare.
Negli anni ’70, la musica italiana viveva un momento di grande fermento culturale e politico: in questo periodo sono nati molti dei cantautori italiani più famosi, che hanno scritto canzoni che hanno segnato un’epoca. I miei preferiti? Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Giorgio Gaber e Ivano Fossati.
Fabrizio De Andrè è stato uno dei cantautori più amati e seguiti di sempre. Le sue canzoni, spesso se non sempre impegnate politicamente e socialmente, hanno affrontato temi come la povertà, la guerra, la religione e l’amore. La sua musica è stata influenzata da molti generi, tra cui il folk, il rock e il blues.
Lucio Battisti è stato un altro dei grandi cantautori degli anni ’70. Le sue canzoni, spesso melodie romantiche e malinconiche, hanno saputo raccontare le emozioni dell’amore e dell’amicizia.
Francesco De Gregori ha invece rappresentato una voce poetica e delicata nella scena musicale italiana degli anni ’70. Le sue canzoni, spesso caratterizzate da una forte introspezione, hanno raccontato amore, amicizia e vita quotidiana. La sua produzione musicale è stata molto influenzata dal folk americano.
Giorgio Gaber, il mio preferito in assoluto, è stato un altro dei grandi cantautori degli anni ’70. Le sue canzoni, spesso impegnate e critiche nei confronti della società, hanno raccontato l’Italia dagli anni ’70 ai primi 200, la politica e la cultura. La sua musica ha avuto un forte impatto sulla scena musicale italiana e ha influenzato molti artisti.
Ivano Fossati ha rappresentato una voce raffinata e sofisticata nella scena musicale italiana. Le sue canzoni, spesso ispirate alla poesia e alla letteratura, hanno affrontato temi come amore, solitudine e natura, con grandi influenze jazz e folk.
Impossibile non citare anche Paolo Conte, uno dei cantautori più originali e innovativi degli anni ’70. La sua musica ha mescolato il jazz, la musica classica, la musica francese e quella italiana. Le sue canzoni, spesso caratterizzate da un tono malinconico e nostalgico, hanno saputo raccontare la bellezza e la fragilità della vita.
E Oggi?
La scena musicale italiana è molto diversa rispetto agli anni ’70. Molti degli artisti di oggi sono influenzati da una vasta gamma di generi musicali, come il rap, l’hip hop, la musica elettronica e il rock. Tuttavia, ci sono ancora molti cantautori italiani che continuano a scrivere canzoni con testi profondi e riflessivi. Mentre ci sono molte differenze tra i cantautori degli anni ’70 e quelli di oggi, c’è anche una certa continuità nella tradizione dei cantautori italiani. Molti dei cantautori di oggi hanno ereditato l’impegno sociale e politico dei cantautori degli anni ’70, molti continuano a scrivere canzoni che affrontano temi importanti.
Uno dei miei cantautori italiani preferiti di oggi è Niccolò Fabi. Le sue canzoni affrontano temi come l’amore, la solitudine e la ricerca di un senso nella vita. Altri cantautori italiani di oggi includono Max Gazzè, Caparezza, Ligabue e Tiziano Ferro. Questi artisti hanno tutti scritto canzoni con testi che affrontano temi importanti e significativi. Poi ci sono le icone, tipo l’inossidabile Vasco Rossi, ma anche Jovanotti.
Uno dei cantautori italiani più rappresentativi di questa nuova generazione è sicuramente Diodato, vincitore del Festival di Sanremo 2020 con la canzone “Fai rumore”. Altro talento in vetrine è Calcutta, il cui vero nome è Edoardo D’Erme. La sua musica è un mix di sonorità pop, rock e folk, con testi che parlano di amore, amicizia e vita quotidiana. Ci sono poi artisti come Mahmood, che con la sua musica – un mix di sonorità pop, r’n’b e trap, con testi che parlano di temi come l’identità e l’integrazione – fa successo e riceve molte critiche positive.
Tra i cantautori italiani emergenti che apprezzo c’è anche Fulminacci. La sua musica è un mix di sonorità pop e folk, con testi che parlano di temi come l’amore, la solitudine e la vita in città. Infine, non possiamo dimenticare i cantautori italiani che si sono fatti conoscere grazie a talent show come “Amici” o “X Factor”, come Emma Marrone, Fedez, Marco Mengoni e molti altri. Sullo strumento talent ho già avuto modo di esprimermi in passato – non positivamente, of course – e non mi dilungo.
Una delle principali differenze tra i cantautori degli anni ’70 e quelli di oggi è il modo in cui la musica è distribuita e ascoltata. Negli anni ’70, la musica era distribuita principalmente attraverso la radio e il vinile. Mentre oggi la distribuzione avviene in modo assolutamente diverso. Il lapis è stato per anni uno strumento indispensabile, che ha aiutato tante persone ad “aggiustare” il nastro di scorrimento della bobina delle musicassette. Oggi, pensando a quel periodo, scappa un sorriso: siamo arrivati a quello che per noi è la normalità, ovvero lo streaming (Spotify, Apple Music, Amazon Music, Tidal, chi più ne ha più ne metta), download digitale (iTunes, Amazon Music, Google Play, ecc) e, ancora, radio online (Pandora e iHeartRadio, per citarne due), video musicali online (YouTube, Vevo e altri siti di video sharing). Vinili, CD e cassette, sebbene siano diventati meno comuni, continuano ad conquistare un segmento non scontato, specie per collezionisti ed appassionati. Poi, ovviamente, rimangono i concerti e gli spettacoli dal vivo.
Roberto improvvisamente guarda Mario e comincia a cantagli in faccia “Chi non lavora, non fa…”. Mario gli prende una mano e lo blocca: “Pensavi solo ai soldi, soldi!”. Bella Livorno.