Abbiamo davvero bisogno delle etichette “non bere” sulle bottiglie di candeggina? Sì.
Premessa: adoro Ricky Gervais. Se non lo conoscete, su Netflix ci sono tutti i suoi show sottotitolati, anche se parla un inglese più che comprensibile. Fine premessa.
Nel suo spettacolo Humanity (che consiglio), esprime un concetto fondamentale: tu puoi avere le tue idee, ma non puoi avere i tuoi fatti. In breve, il comico britannico dice che certo, puoi avere le tue idee, ma non puoi pensare che la tua opinione valga come un fatto incontrovertibile. Ad esempio, io posso benissimo pensare che 2+2 faccia 5 ma, purtroppo, mi scontrerò sempre con la matematica.
Andando avanti nel monologo, Gervais spiega meglio il suo concetto: cioè quello di chiedere qualsiasi cosa al famoso “uomo della strada” (già Churchill diceva che “Il miglior argomento contro la democrazia è una chiaccherata di 5 minuti con una persona della strada”) e lo fa prendendo come esempio la Brexit.
Cito: “La politica per le decisioni importanti si affida sempre all’opinione dell’uomo della strada. Ecco, smettiamola! Avete idea di quanto sia stupido l’uomo comune? Continuiamo ancora a vendere la candeggina con l’etichetta “non bere”. Rimuoviamo l’etichetta per un paio di anni e poi rifacciamo il referendum”. In altre parole significa «se sei troppo scemo per non sapere da solo che la candeggina non devi berla, sei troppo pericolosamente scemo per farti partecipare a decisioni che riguardino la collettività»
Sì, è vero, è un’idea un po’ forte, ma è la provocazione di un comico, mica di un politico. Sarebbe come dire che dei partiti politici, nel nostro Paese, anni fa raccoglievano firme per un referendum per l’uscita dall’euro. Ah, è successo? Ma pensa.
Gervais parlava, giustamente, del suo Paese, il Regno Unito, ma penso che questa teoria si possa serenamente applicare anche alla nostra amata Italia.
Il mondo in questi giorni sta affrontando temi importantissimi come la guerra in Ucraina, le tensioni (che purtroppo potrebbero sfociare in un’altra guerra) tra Cina e Taiwan, le parole di Macron sul ruolo dell’UE, sull’economia a basso impatto ambientale, energia, inflazione, PNRR (a proposito: molti comuni italiani vogliono spendere soldi in…cose poco importanti, tipo rifare gli stadi delle squadre di calcio. Ci salverà il premier olandese Mark Rutte, che non ci farà avere i fondi) ecc ecc. Insomma, i temi sul tavolo sono innumerevoli ed importantissimi.
Ma in Italia non siamo da meno, nel nostro Paese in questi giorni c’è un accesissimo dibattito su:
– abbattere o meno gli orsi che attaccano escursionisti – ma pensa eh, gli orsi non sono animaletti simpatici e coccolosi come il Baloo del “Libro della giungla”, ma chi l’avrebbe mai detto signora mia;
– una novella Vanna Marchi che raccoglie soldi tra gonzi di turno per una (ennesima) Madonna piangente.
Ora, tralascio volutamente il primo punto, visto che c’è un morto di mezzo. Ma qualcun’altro ne ha parlato su Fuoricomeva. Concentriamoci per un secondo solo sul secondo che è tragicomico. Anzi, comico e basta. La classica truffa all’italiana.
Siamo a Trevignano Romano, piccolo comune all’interno della Città Metropolitana di Roma. La signora Maria Giuseppa Scarpulla (conosciuta anche come Gisella Cardia) dice che è in contatto con la locale Madonna che lacrima sangue (ah, la fantasia!). Grazie ai poteri che la Vergine le ha conferito – fate attenzione perché il miracolo è importante – la signora Scarpulla sarebbe in grado di moltiplicare pizza, pasta, pane e gnocchi (l’incubo di ogni dietologo, in pratica). Ora, io capisco la passione per la pizza, ma che te ne fai di moltiplicare, che so, 6 pizze? Che te ne fai di 12 pizze se a cena siete in 6?
Uno può pensare: “Che vergogna, questa tizia ha sfruttato dei poveri sprovveduti, magari un po’ ignoranti”. E qui casca l’asino. Luigi Avella, 70 anni, ex funzionario del ministero dell’Economia laureato in giurisprudenza e teologia, è una delle persone che ha versato soldi alla veggente. Solo lui ha donato 123mila euro (questo spiega molto sul perché i conti pubblici italiani siano così disastrati).
Ora, ovviamente il sangue che la Madonna piangeva era sangue di maiale e, altrettanto chiaramente, la signora veggente è sparita con la cassa (si scoprirà poi che aveva un passato da imprenditrice con problemi a causa di un’istanza fallimentare). Questa storiella comunque ci insegna una cosa molto importante: evidentemente abbiamo ancora bisogno dell’etichetta “da non bere” sulle bottiglie di candeggina.