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La grande responsabilità di un amministratore pubblico

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La libertà d’espressione non deve mai essere utilizzata per ledere la dignità o la libertà degli altri. Una riflessione sulla recente vicenda che ha coinvolto l’amministrazione comunale di Livorno, con l’intervento di giornalisti e intellettuali di tutta Italia.

La recente vicenda che ha coinvolto Simone Lenzi e il sindaco Luca Salvetti mette al centro temi fondamentali per la nostra città e per la società: libertà d’espressione, rispetto reciproco e la difesa dei valori (sanciti nella Costituzione) e richiamati nel programma politico dell’amministrazione cittadina.
Valori che sono definiti pilastri irrinunciabili, non negoziabili, e che costituiscono la bussola morale che guida le scelte amministrative e politiche.

Ne è stato ampiamente discusso in Consiglio Comunale anche nella giornata di lunedì 14, quando nelle varie posizioni dei gruppi consiliari l’opposizione ha tralasciato un concetto semplice ma che dovrebbe costituire il faro dell’agire di ogni persona, soprattutto di ogni amministratore: linguaggio e rispetto costituiscono un binomio indivisibile.

Purtroppo non è il primo caso politico relativo all’utilizzo improprio del linguaggio.
Già nel 2021, in un articolo su Repubblica, Chiara Valerio in una riflessione sul modo in cui il linguaggio viene utilizzato, commentava “Si tratta di scegliere volta per volta, secondo il contesto, un linguaggio, anzi un tono della lingua. […] Mi spaventano la violenza e ancora di più lo scherno verso chi cerca di portare avanti battaglie e simboli per rendere il linguaggio più inclusivo.”

Il linguaggio, come sottolinea la Valerio, “non è separato dalla realtà, ma è uno strumento di costruzione sociale”. Utilizzare termini o toni che offendono o escludono non è una semplice “scelta stilistica”, ma un atto che ha conseguenze reali sulla coesione della comunità e sul riconoscimento dell’altro.

E allora per quale motivo Chiara Valerio, attivista LGBTQIA+ e da anni in prima linea su queste tematiche insieme a personaggi che della sua vita hanno fatto questa battaglia come Michela Murgia, ha difeso l’assessore Lenzi? Così come lo ha fatto Concita de Gregorio, giornalista famosa e apprezzata soprattutto dal mondo di sinistra, anche lei vittima recente di scivoloni linguistici (ricordiamo quello su Il Riformista sul tema dell’abilismo dell’agosto 2023).

Quello che non ci possiamo permettere è confondere il piano politico con il piano personale ed umano: l’assessore Lenzi è stato un personaggio di rilievo della giunta Salvetti con il quale è stato condiviso un importante e fruttuoso mandato politico che dobbiamo ricordare e sottolineare. L’interruzione di questo percorso è conseguenza del principio rispetto il quale la libertà di espressione è sacrosanta, ma non può superare il limite della libertà altrui di esistere e di esprimersi con pari dignità e rispetto.

Chi assume incarichi di rilevanza pubblica ha una doppia responsabilità: agire per il bene collettivo e comunicare in modo rispettoso e inclusivo. L’amministrazione Salvetti ha dimostrato di saper mantenere questa coerenza, anche a costo di decisioni talvolta dolorose come quella dei giorni scorsi.

La libertà d’espressione non può mai trasformarsi in uno strumento per ledere la dignità e la libertà altrui.
Difendere le proprie opinioni senza mai dimenticare che la libertà di uno si ferma dove inizia quella dell’altro è legittimo, nel pieno principio di libertà di esprimersi che l’essenza stessa del dibattito e del confronto.

La città di Livorno non può prescindere dai valori dell’inclusione e del rispetto: sono i cardini di una società giusta e democratica, fanno parte della nostra storia e del mandato amministrativo che siamo chiamati a rappresentare. Per questo ringraziamo la Giunta, il Sindaco e i Gruppi Consiliari e le forze politiche di maggioranza per condividere insieme ogni giorno questo obiettivo, faro del nel nostro agire quotidiano di donne, uomini prima che amministratori e amministratrici.

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