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Dieci libri per apparire sapienti di politica. Puntata 1: Breve storia di Livorno

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Dieci libri per apparire sapienti di politica. Puntata 1. Breve storia di Livorno

Non serve, è vero, tornare a vivere qui per più di tre settimane, per accorgersi che questa città ha una specificità forse nazionale: qui piace piacere. Tanto, e facendo poco. Quando dico tanto, intendo che spesso in altri posti basta essere a posto, o ricchi, o belle e desiderate. Qui, a Livorno, no. Qui sono ben voluti l’orecchio assoluto, primati sportivi, doppie lauree, corpi sublimi in allure ‘porta accanto’, idee visionarie, talento sociale milano-newyorkese, storie familiari da Libro Cuore, forza e possenza, talenti artistici di altissimo profilo, amici capaci di gesti leggendari, creatività manuale alla McGiver e già che ci siamo lingua centometrista nella migliore tradizione vernacolare, antica, tutta nostra. E dico facendo poco però, perchè la maggior parte di noi si arrocca su uno stile di consumi poverello, (a parte la musica), vive comodo, conosce i suoi nella comunità, lavora per vivere (cosa buona) (e se lavora – che oggi è già tanto), pensa il giusto e si diverte di più. Ne risulta questo quadro di vita leggiadra e paradisiaca, in cui ci si accetta più o meno, ci si rispetta in genere, e visti da vicino siamo una foltissima schiera di cazzoni. Ora ognuno è libero di vivere come preferisce, ma io mi chiedo: se la nostra specificità è apparire leggende, perchè non appariamo tutti in politica per provare a governare in modo leggendario la città? C’è un legame, forse, con la nostra forma di splendidi sfaticati. In altre parole: o consideriamo non splendidi quelli che lo fanno – apparire in politica, o siamo talmente capre in fatto di politica e senso civico che non ci sembra un’attività necessaria a vivere. Prima che le orecchie fischino, e io venga relegata nello sgabuzzino dello splendore locale, provo a fare un’altra proposta. Un decalogo di libri validi e belli che sono tutti più o meno saggi di politica – o di storia politica, per provare a sapere qualcosa che forse farebbe entrare in politica un sacco di noi. Oppure per apparire sapienti di tutte queste cose. D’altronde si può sempre cominciare con un uomo da sedurre, o una donna a cui sembrare all’altezza, e poi toh, magari scoprire che si è interessati davvero a intervenire nella gestione della vita della comunità in cui viviamo. Queste le dieci puntate del decalogo.

1. Apparire sapienti su dove viviamo

2. Apparire sapienti su dove sta andando la politica regionale

3.Apparire sapienti su cos’è la politica livornese, chi l’ha fatta, dove, quando

4. Apparire sapienti sui partiti, dai più astrusi ai più noti

5. Apparire sapienti su cos’è sta specificità del partito comunista italiano, e di quello livornese

6. Apparire sapienti su cos’è successo alla sinistra dopo quel famoso comunismo

7. Apparire sapienti su quali sono alcune cose che andrebbero fatte subito e perchè non si riesce a farle

8. Apparire sapienti su cosa va benone della regione e della città oggi, e cosa distingue l’una e l’altra

9. Apparire sapienti sulle domande più hard di filosofia della gestione di una città

10. Apparire sapienti su cosa pensa il nemico

Quindi, come prima puntata, forza e coraggio: Breve storia di Livorno, Pacini Editore, 2006. Se a volte il vostro interlocutore ‘va in bagno’, (o ci andate voi), in un momento di truce vuoto nella conversazione, probabilmente non sarà perchè non sapete dire cos’è la darsena livornese. Ma lo sapete dire? Livorno è nata porto, è cresciuta porto, e l’economia della città è legata a filo diretto, oggi, e si spera anche domani, al denaro che circola, e al lavoro che impiega – quanti livornesi, lo potete leggere da soli, grazie alla gestione della ‘roba’ che il porto spedisce e riceve . Ma anche cosa smerci, come, e quanto bene, lo potete scoprire con questo volumettino che costa 7 euro e si legge in 48 minuti esatti (esperienza cronometrata). Cinque autori, 120 pagine e ti viene consegnata l’impresa lucidissima di tracciare le vicende cittadine in un capitolo per uno: quello contemporaneo è l’ultimo, e arriva a parlare del porto nel 2002. Vi sfido a non iniziare Breve storia di Livorno incuriositi dall’operazione di marketing seicentesca, per cui si doveva dare una storia ‘apparente’ (c’era già il sunnominato problema, evidentemente) a una città messa su in fretta, su un progetto del tutto ‘artificiale’, e non trovarvi ancora a leggere a pagina 113 il destino di un silos per granaglie di 50.000 tonnellate. Molto bello.

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