Parliamo di politica, più o meno seriamente.

Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

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Sicuramente, come dimostrano i numerosi precedenti, ci sarà il classico intervento dell’ultimo secondo necessario a dare quella garanzia richiesta per l’assolvimento di un servizio pubblico indispensabile, ma fino alla data di presentazione della legge di stabilità (il 15 di ottobre prossimo) le sentinelle d’allarme per il corpo dei Vigili del Fuoco continueranno a suonare, come del resto avviene da molti anni a questa parte.

Che in questi periodi di crisi economica generale non sia solo questo corpo a lamentare disagi di natura tecnica ed economica è cosa palese, tuttavia i numerosi cori di protesta che si stanno sollevando da tutto lo stivale da parte del personale interno non possono passare inosservati ed il singolare flash mob attuato sabato scorso da alcuni vigili del fuoco (con la partecipazione di qualche turista) sotto la torre di Pisa ne è la dimostrazione.

Lo scenario non è dei più confortanti. Nel mirino ,manco a dirlo, c’è sempre il governo, reo a detta dei maggiori sindacati , di voler attuare una politica restrittiva nell’erogazione delle risorse cui il corpo ha necessariamente bisogno per poter garantire al meglio un servizio che nel corso di questi ultimi anni ha mostrato delle notevoli lacune, dalla carenza di personale all’inadeguatezza dei mezzi d’intervento.

Nello specifico ciò che preoccupa maggiormente gli addetti ai lavori sono: il blocco dei turn over per le assunzioni, all’appello mancherebbero 45.000 unità che da anni sono richieste dai sindacati a fronte degli oltre 30.000 attuali, congelamento dei contratti, ricordiamo che in media un vigile del fuoco effettivo guadagna all’inizio sui 1.300,00 euro per arrivare nel corso della sua carriera ad un massimo di circa 1.400,00, innalzamento dell’età pensionabile, in Francia si finisce di prestare servizio operativo intorno ai 40 anni mentre in Italia si finisce intorno ai 60, riduzione dell’acquisto di automezzi, la cui conseguenza automaticamente comporta la riduzione delle capacità di intervento che in una realtà come la nostra può non essere un problema ma se rapportata a città come Milano o Firenze, il problema si presenta in maniera considerevole.

A chiudere il cerchio il mancato rinnovo, da circa un anno, dell’ONA (opera nazionale di assistenza personale ) l’assicurazione personale che rende così scoperti tutte le migliaia di unità che giornalmente hanno a che fare con eventi aleatori di ogni tipo. Una situazione decisamente preoccupante direi.

Credo fortemente, pur non essendo un tecnico, che tale situazione sia causata sopratutto da una mancata capacità di saper collocare in maniera adeguate le scarse risorse che lo Stato ha. Non voglio necesariamente lanciare un j’accuse ad un governo particolare piuttosto che ad un altro, sta di fatto che continuo a sentir parlare di acquisti di cacciabombardieri o salvataggi aziendali, come se davvero fossero la vera priorità di questo paese. Ricordo a tutti le catastrofi che hanno colpito l’Italia in questi ultimi tempi a partire dai terremoti dell’Emilia fino a quello de L’Aquila, passando dalle alluvioni in Veneto Liguria e Toscana, dove in prima linea nei soccorsi non c’erano di sicuro gli F 35 bensì loro, i nostri piccoli e silenziosi eroi, spesso lasciati soli al loro destino, quello di servire la collettività cioè NOI!.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti gli effettivi e i volontari che quotidianamente operano nel silenzio rischiando la loro vita, a voi va il mio e nostro GRAZIE! Pensiero umile ma sincero.

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