Parliamo di politica, più o meno seriamente.

Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Parliamo di politica, più o meno seriamente.
Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Concretezza, no?

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Titolo non bello nè espressivo, ma profondamente impegnativo, soprattutto se si parla di politica…soprattutto se si parla di politica locale.

Ad ogni modo: leggendo i giornali di queste settimane, risalta all’occhio la sfida, del tutto legittima sul piano politico, lanciata dalla lista “#BuongiornoLivorno”, al Partito Democratico. Sfida giusta, dicevo, perchè la concorrenza in politica non può far che bene, ma permettetemi una considerazione: lanciare la sfida a un partito che a Livorno non se la passa benissimo (e parlano i dati: 2348 iscritti, 1394 votanti ai congressi di Ottobre) mi pare un’operazione un po’ miope, da parte di una forza che si candida a guidare la città.

Preferirei confrontarmi sui temi, sui programmi, sulle visioni di città che ogni forza politica ha: a questo proposito aspetto fiducioso, e con curiosità, la conferenza stampa di #BuongiornoLivorno prevista per oggi 20 Gennaio.

I temi, i programmi, le cose da fare: un silenzio sui temi che colpisce anche il Pd e, mi pare, tutto il centrosinistra (a proposito, quale? una nuova Vasto o un’Unione 2.0?) livornese, eppure i problemi da risolvere e le tematiche non mancano di certo, solo per citarne alcuni: efficienza del porto, piano del traffico, riqualificazione del centro, una profonda rivisitazione dei servizi offerti dal Comune (che non significa dire un taglio indiscriminato), le Fortezze, il tema della cultura in città.

Ho voluto limitarmi nell’elenco per non annoiare il lettore, ma solo questo breve elenco è esemplificativo e, affrontarlo in una paginetta, sarebbe riduttivo e, credo, anche irrispettoso verso i cittadini livornesi. Cittadini che si aspettano risposte precise dalla politica, ma in netta rottura col passato, un esempio su tutti: in questi giorni ho notato, soprattutto sui social network, una crescente “rabbia” per la prossima apertura della Coop (e vi posso assicurare che ad essere arrabbiati non sono dei turboliberisti) nella nuova zona di Porta a Mare: il “monopolio a marchio Coop” inizia a stufare anche gli abitanti di Livorno la rossa? Probabile. Io credo, molto più semplicemente, che i cittadini di Livorno chiedano una maggiore varietà, una maggiore concorrenza, nell’offerta commerciale (e non solo).

Ma questo è solo un piccolo esempio, di come, credo, questa città stia cambiando.

Livorno ha bisogno di un cambiamento culturale e socioeconomico, profondo: io spero che tutto questo possa farlo il mio partito, il Pd, con una linea più coraggiosa, meno conservatrice: una linea che, a mio giudizio, gli elettori hanno bocciato già nelle politiche di Febbraio scorso (specialmente a Livorno)

Altrimenti a far cambiare questa città, saranno i cittadini, non votando il Pd. Questo è il mercato politico e, lo sappiamo tutti: “E’ la democrazia, bellezza, e tu non puoi farci niente.””

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