Ciao Pippo, innanzitutto lasciami dire che sono molto felice che tu abbia accettato il mio invito per un’intervista.
Ho deciso di farti qualche domanda per una serie di motivi: il primo è fare per far conoscere alla città (o almeno a chi ci legge) la tua realtà, “Re-Issue”; il secondo è che volevo conoscere meglio questo progetto, perché mi affascina molto e poi, ovviamente, per l’amicizia che ci lega da moltissimi anni.
Bando alle ciance, veniamo a noi.
Intanto ripercorriamo le tappe di come sei arrivato a creare “Re-Issue”: eri disoccupato e ti sei reinventato, per adesso più che passione che per altro, come artigiano parlaci un po’ del tuo progetto: “Re-Issue”
Ciao Miche, prima di tutto fammi ringraziare te e i ragazzi di Fuoricomeva, per l’attenzione che date alla mia idea, “Re-Issue” . Il progetto è partito solo qualche mese fa, prima mi ero avvicinato al mondo dell’ artigianato, specializzandomi su quello della verniciatura di mobili, grazie a mio nonno che mi ha insegnato questo mestiere, cosa che sta continuando a fare (Nonno, grazie della pazienza) comunque sia tornando a “Re-Issue” è nato per puro caso: portando fuori il cane trovai un comodino di fattura anni ‘60 vicino a un cassonetto, decisi di prenderlo per “riportarlo in vita”, cioè dargli un aspetto moderno,originale e particolare. Da quel giorno tengo sempre gli occhi aperti, in cerca di mobili da restaurare. Comunque sia il nome che ho scelto, Re-Issue (letteralmente, “rimettere a nuovo, nuova edizione”, N.d.R) appartiene più al progetto in sé che alla mia situazione lavorativa.
Nel 2014 è abbastanza “fuori dal comune”, permettimi il termine, vedere un ragazzo che si dedica a un lavoro manuale in generale, quello che una volta veniva chiamato “mestiere”: come hai deciso di intraprendere questa via?
Come già detto prima tale mestiere me lo ha tramandato mio nonno tutto per puro caso, sono stato io che mi sono appassionato a tale, comunque mi son sempre piaciuti i lavori artigianali, manuali e ricercati.
Un giovane artigiano come te, come vede Livorno? Credi che sia una città che favorisce lo sviluppo di queste realtà creative? Che problemi ha in questo senso?
Livorno è stata una città basata su lavori artigianali: anni fa, girovagando per la nostra città, non era raro trovare tantissime realtà artigianali, semplici, ma a loro modo peculiari, quali falegnamerie, vetrerie, botteghe di verniciatori… ora possiamo contarle sulle dita di una mano: questa aridità del mondo artigianale,credo sia dovuta principalmente ad un insieme di due fattori…posso?
Sono qui per questo…
Beh, i due fattori, fondamentalmente sono l’espansione della grande distribuzione e di magazzini multinazionali ( lo so perché ho lavorato anche al porto)..l’altro fattore è indubbiamente la crisi economica che ha colpito il nostro Paese, e in modo particolarmente duro Livorno: con la crisi, al momento dell’acquisto, si bada al risparmio e non alla qualità e alla particolarità dell’oggetto. Prima mi hai chiesto se Livorno è una città che favorisce lo sviluppo di queste realtà… vedi, credo che la nostra città sia molto creativa, anche storicamente, basti pensare alla musica e all’arte (Mascagni e Modigliani su tutti) e, attualmente, al gran numero di gruppi musicali presenti in città, o al “boom” della fotografia degli ultimi anni, ma… per quanto riguarda il mio settore, vedo interesse, seppur timido, perché inizio a farmi un po’ di spazio col passaparola di amici, con Facebook ecc… lo definisco un interesse, timido, o tiepido, se preferisci, perché vedo che le persone nutrono interesse per miei lavori, ma ancora c’è qualcosa che le frena, probabilmente perché ho iniziato da poco e magari si aspettano molta più professionalità, o un titolo, un riconoscimento, appeso a una parete… sarà solo questione di tempo 😉
Un domani tutto questo potrebbe diventare un lavoro, oppure potresti essere assunto da qualche artigiano interessato alla tua professionalità. Quale ti piacerebbe di più e perché?
Credo molto in questo progetto e ogni giorno voglio perfezionarlo e acquisire maggiori conoscenze per migliorarmi, a partire dallo studio dei colori, delle vernici degli utensili più adatti a determinate operazioni e , sì, penso che un giorno potrebbe diventare un lavoro: in futuro vorrei aprire un negozio dedicato al restyling di mobili e alla vendita di componenti d’arredo particolari, originali, ricercati.. vorrei aprirlo fondamentalmente per una questione di soddisfazione personale: per me il lavoro artigianale è fonte di grande gratificazione, specialmente quando vedi che il tuo lavoro, è apprezzato dagli altri. Assunto da un artigiano? Perchè no! Questo è un settore in cui le conoscenze sono molto importanti per evitare gli errori, anche quelli che all’apparenza sembrano poca cosa, ma che possono compromettere il lavoro di settimane e settimane…avrei solo da imparare, quindi ben venga.
Tutto questo per adesso è una passione ma non una vera e propria attività. Cosa è che ti ferma nel fare il “grande passo”: sono questioni personali, burocratiche o economiche?
Al momento è ancora un progetto allo stadio embrionale, anche se in fase di crescita: sicuramente se ci fossero più agevolazioni per il settore artigianale potrei provare ad inserirmi nel mercato vero e proprio, aprire una piccola attività e fare di “Re-Issue” un lavoro. Mi sono informato, ho chiesto, ma queste agevolazioni, al momento, non ci sono… se esistono sono circoscritte a realtà già esistenti, magari laboratori artiginali in crisi…agevolazioni per un giovane artigiano non ne ho trovate.
Molti giovani livornesi emigrano:come ma non sei andato all’estero? Cosa ti ha trattenuto? (Nota personale: Pippo,sono ben felice che tu sia rimasto a Livorno, eh )
Tengo molto a questa città: ora come ora non ho interesse ad andarmene, magari in un futuro, chissà, quando questo progetto si sarà consolidato (e lo sarà perché ci credo fortemente, nonostante i tempi duri che viviamo), magari cercherò di farlo conoscere anche all’ estero, potrebbe aiutarmi avere qualche appoggio da parte di negozi in loco, come a Londra, a Parigi, a Berlino… un modo in più per viaggiare frequentemente penso che diverrebbe un lavoro veramente stimolante.
Cosa ti aspetti da questa città?
Vedo Livorno in una situazione di stallo, di stagnazione non solo economica è come se fossimo tutti in pausa, ad aspettare l’arbitro che ci richiami in campo… ci vorrebbe una scossa che provenga dagli enti locali, Comune in primis, perché sono le autorità più vicine al cittadino e che questo può controllare più direttamente, in maniera più incisiva, via via a salire nella scala di competenze delle autorità, burocratiche e non: penso per esempio a qualche incentivo per i giovani in generale, perché siamo un Paese fortemente gerontocratico… per uscire da questo “stallo”, la creatività è molto importante, a me piacerebbe davvero molto che i giovani livornesi si riavvicinino al mondo dell’artigianato, ai vecchi mestieri.
Spesso mi chiedono: “Bello ho visto che fai restyling di mobili ma… a mano?” sono molto felice della curiosità popolare perché mi piace spiegare tutti i processi di lavorazione che applico ai mobili, molti rimangono affascinati e, a volte, rimangono ad assistere a qualche lavorazione…e a me fa piacere, perché sento che il mio lavoro viene apprezzato.
La domanda di rito, quella che tutti temono, specialmente se giovani: alla politica cosa chiedi?
L’unica cosa che chiedo è più flessibilità verso i giovani, riguardante tutto il mondo del lavoro, non solo il mio settore, l’artigianato.
In bocca al lupo, Pippo.
Grazie ancora per l’intervista e in bocca al lupo anche a voi!
Potete trovare i lavori di Pippo sulla sua pagina Facebook: www.facebook.com/reissuefurniture