Ho voluto con piacere fare questa intervista ad un vecchio amico cinefilo come me. Ci siamo conosciuti tanti anni fa ad una festa de l’Unità alla Rotonda d’Ardenza quando con alcuni amici muoveva i passi nello stand di una strana, nuova associazione: il Nido del Cuculo, si proprio quello. Alessio Porquier è uno dei tanti livornesi che ama la sua città e si impegna a farla conoscere fuori dai confini tradizionali (tra Stagno ed Antignano per intenderci). Ci mette passione ed organizza da sempre alcuni eventi. In questo caso parliamo del “Fi-PI-LI Horror Festival” che si terrà a Livorno dal 24 al 27 aprile. Proiezioni di film, eventi, concorso letterario e cinematografico… insomma, non fatevi sfuggire il programma e la storia di questo appuntamento autoprodotto. Ogni informazione per partecipare ai concorsi o per godersi la kermesse, la trovate su questo sito web: www.ilteatrodellacipolla.it
Buongiorno Alessio. Cominciamo spesso le nostre interviste con un semplice “raccontaci qualcosa di te”. Per cui, raccontaci qualcosa di te!
Sono nato a Livorno e da sempre ho avuto una gran passione per il cinema, per la mia città e per l’organizzazione di eventi cinematografici. Prima però di potermi godere questa passione ho dovuto aspettare il 2000 quando rincontrai due vecchi compagni di scuola: Paolo Ruffini e il Lopo-Enrico Battocchi che mi hanno coinvolto in un loro progetto. Dopo un mese quel progetto prese il nome di: “NIDO DEL CUCULO”, a cui si aggregarono all’inizio Riccardo Caiazzo e poi Ciccetto, e da li non mi sono mai fermato fino al 2007, quando ci siamo lasciati. Ho aspettato un anno e poi grazie ad un amico, Francesco Mencacci, che aveva voglia di fare qualcosa insieme e che scriveva racconti e piccoli sketch è nata la nostra associazione: “IL TEATRO DELLA CIPOLLA”. Un’associazione a strati che organizza diversi tipi di intervento, da laboratori di scrittura creativa a spettacoli teatrali, da reading, a rassegne tematiche cinematografiche fino al nostro fiore dell’occhiello: il “ FI-PI-LI HORROR FESTIVAL” manifestazione cinematografica, letteraria e teatrale autoctona, nata per gioco e ora Festival nazionale a tutti gli effetti. Da due persone siamo diventati cinque, e ognuna come le cipolle ha il suo strato… di competenza.
Fi-Pi-Li Horror Festival. Siamo alla terza edizione di un festival che sta crescendo anno dopo anno. Com’è nata questa idea e soprattutto come si è sviluppata?
E’ nata alla fine del 2011.Volevamo fare una serata dedicata all’horror a Livorno… era da tanti anni che non ne facevamo una… dal “ JOE D’AMATO HORROR FESTIVAL” il mitico Festival del terrore che facemmo qui a Livorno nel 2004 e nel 2005, per poi spostarci a Pietrasanta.
Conoscevo due registi, uno di Empoli, Marco Ristori e uno di li vicino, Alberto Antonini. Entrambi stavano sulla strada di comunicazione Fi-PI-LI e da li il nome che ci piacque tantissimo. Entrambi avevano due lavori pronti da proiettare e così nacque l’idea della serata che diventò poi un piccolo Festival concentrato in cinque ore. Andò talmente bene che ci venne l’idea di modularlo su più giorni l’anno successivo. Era il 2012 quando il Festival si spostò al Nuovo Teatro Delle Commedie dove fu un piccolo trionfo con tanta gente da tutta Italia e tanti ospiti.
Dacci qualche numero per capire meglio questo Concorso-kermesse.
L’anno scorso il concorso ha coinvolto, tra la parte video e quella letteraria, 150 partecipanti, alcuni anche dall’estero. Ha portato qui da noi circa cinquecento persone che sono stati di media due-tre giorni a Livorno, apprezzando il clima fantastico e la disponibilità di buona parte della città ad accoglierli come ospiti d’onore: parlo sia del pubblico pagante sia degli addetti ai lavori.
Approfitto della domanda per ricordare che la scadenza dei concorsi è fissata per il 25 Marzo e che il nuovo Festival sarà nei giorni che vanno dal 24 al 27 Aprile.
Livorno è una città che è attraversata da molta vitalità culturale, soprattutto tra i giovani. Cinema, horror, sono un qualcosa di nicchia o rappresentano l’ennesimo esempio di una vitalità cittadina tal volta nascosta? Tu che sei a contatto con questo mondo, puoi sicuramente dirci qualcosa di più.
L’orrore, prima era un tabù, era visto come il Diavolo ed era snobbato da buona parte della stampa e anche dalla gente comune che lo vedeva come un’americanata. Oggi l’orrore, specialmente nel cinema, è diventato poliforme, si fa in tutto il mondo, cavalca una tendenza a volte non piacevole, ovvero quella di una società per cui la vita conta sempre meno. Per fortuna c’è anche chi fa horror in senso ironico o di sublimazione di restrizioni sociali o artistiche; ecco, a noi piace quel tipo di orrore, come la partita di calcio, quando è finita, te la sei goduta ma te ne vai a casa e ti sei sfogato. Non cerchi l’orrore nella realtà, era li sullo schermo e speri che solo li resterà…insomma come dissi ad un amico che non capì: l’Horror non fa tendenza è la tendenza che è horror.
Mettere insieme un evento come questo ti è sicuramente costato tanto impegno e tempo. Hai avuto rapporti o aiuto da parte delle istituzioni locali o hai preferito agire autonomamente? In tal caso per quale motivo?
Costa tanto impegno ma è remunerativo da un punto di vista umano. In due anni abbiamo conosciuto tantissime esperienze artistiche e professionali e la grande soddisfazione è quando ci dicono che hanno apprezzato molto il clima all’interno della manifestazione e la città di Livorno. Poi tanto impegno è diviso con quattro collaboratori splendidi: Francesco Mencacci, il nostro presidente professore di scrittura creativa; Ciro Didato, corpo e anima del nostro Festival e risolutore di situazioni intricate a livello tecnico e organizzativo; Edoardo Bacchelli, il nostro fiore all’occhiello dal punto di vista artistico e per me il miglior attore che abbia mai conosciuto e a cui ci possiamo affidare ciecamente quando monta sul palco; infine Riccardo Perassi, il nostro web master e punto di contatto con l’estero per stabilire rapporti di collaborazioni con altri Festival.
Sulle istituzioni glisso, dico solo che non c’è nessun tipo di interesse, cosa che in passato c’era, e non dico a livello economico, perché questa è una rassegna autoprodotta, ma in senso generale. Spero che in futuro qualcosa cambi ma sinceramente non lo credo perché vedo troppi vincoli. Per fortuna la gente ha cominciato a capire di dover contare solo su loro stessi e sulla qualità delle cose che organizzano. Se non fosse per uno dei nostri genitori che ogni anno si batte per farci avere un piccolo contributo da un ente bancario verrebbe tutto dalle nostre tasche e da quello che incassiamo.
Cosa sta succedendo alla “cultura” a Livorno?
Credo che grazie a tante persone che si sono battute per fare delle belle cose qui a Livorno abbiamo vissuto una Golden Age nei primi anni Duemila. C’erano tante collaborazioni e si faceva un sacco di cose. In questi anni siamo tornati un po’ indietro ma ultimamente rivedo voglia di fare cose insieme, anche con chi fa cose molto diverse. Quindi sono fiducioso, lo sono meno per quelli che dicono sempre : “a Livorno un c’è nulla” e l’unica che sanno fare è sminuire tutto in senso metaforico e non solo. Quelli per dire che montano con gli scooter sul marciapiede e che l’estate chiamano la polizia se sentono un po’ di musica… o quelli che sputano in terra o che vogliono solo “levarsi di ‘ulo”. Se “un c’è nulla” è perchè con questo atteggiamento distruggono quello che c’è.
Un esempio positivo ed uno negativo che ci vuoi raccontare.
Esempi positivi almeno tre: il primo è il Nuovo Teatro Delle Commedie che ha abbracciato il progetto del festival, dandoci la possibilità di avere una sede per la manifestazione; poi il Cinema 4 Mori che ha abbracciato l’altro nostro progetto cinematografico “FRONTE DEL PORTO”, una rassegna di cinema digitale e analogico che ha cadenza di un appuntamento al mese; e poi LAST BUT NOT THE LEAST- la Libreria Belforte di Via Della Madonna che ci ha fatto partire artisticamente e con cui l’esperienza è sempre più consolidata grazie ai laboratori di scrittura creativa: sono ben tre, due per gli adulti e uno per i bambini, tenuto dalla nostra collaboratrice Laura Adamuccio al Teatro Dei Libri in Corso Amedeo. Una libreria per bambini che in realtà è un contenitore artistico, con un palco e la buca per le marionette…
Un altro esempio positivo è Buongiorno Livorno ovviamente, che raggruppa tante persone con cui negli anni ci siamo confrontati e che mi sembra un nuovo bel progetto, soprattutto politico certo ma anche molto artistico.
Un esempio negativo: non saprei davvero, forse l’essere sempre “rinviati” come si suol dire quando si fa una telefonata in certi uffici istituzionali, per fortuna che ora risparmio, non chiamo più.
Ma Livorno, e tu che organizzi un festival a rilevanza regionale hai sicuramente un’esperienza non localistica, ha delle potenzialità o ci culliamo con le grandi speranze per comodità?
Livorno ha delle potenzialità, ma anche troppe esigenze di ripartire. Ci vuole un punto di rottura e tanta voglia e passione lavorando anche di notte ad un progetto non solo personale ma globalmente cittadino. Noi a Livorno siamo stati troppo bene, stiamo ancora bene ma non c’è più la culla e quindi bisogna svegliarsi e lavorare tutto l’anno… che questo impegno sia per un festival o per una qualità della vita in generale…
A questo punto suggeriscici tre film horror degli ultimi anni da vedere assolutamente.
Direi che non è facile ma velocemente..1) Le streghe di Salem, di Rob Zombie 2) Melancholia, di Lars Von Trier che non è proprio un horror ma fa tanta paura. E poi un film italiano a episodi che si chiama “17 a mezzanotte” e che proietteremo in anteprima al festival ovvero un film collettivo di diciassette registi di tutta Italia. Strepitoso.
Grazie mille per lo spazio concesso