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Elezioni Europee: La “sagra del nulla” a 5Stelle

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Piccola premessa, non sono un anti grillino a priori, ma mi infastidisce il fatto che qualcuno possa essere un “grillino a priori”… E non prendetevela a male, se parlo in modo specifico dei 5 Stelle, se la Lega avesse avuto più credito me la rifacevo anche con loro (comunque il programma è pressoché identico…).

La loro campagna elettorale per le Europee inizia a Gennaio, quando Grillo in anticipo su tutti pubblica i “famosi 7 punti” sul suo blog. Ed è così che molti curiosi grillini e non, hanno visualizzato il suo sito web, permettendo anche alla Casaleggio & Co di finanziarsi per questa campagna elettorale. A Gennaio gli addetti ai lavori, annunciarono questi 7 punti come un elenco di intenti, pronto ad arricchirsi nei mesi successivi. Inutile dirvi che quei 7 punti, sono rimasti 7 punti senza, di conseguenza, alcuna spiegazioni sulle vie che intraprenderanno per attuarli. Elenchiamoli:

1- Referendum per la permanenza nell’Euro

2- Abolizione del Fiscal Compact

3- Adozione degli Eurobond

4- Alleanza tra i Paesi Mediterranei per una politica comune

5- Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio

6- Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni

7- Abolizione del pareggio di bilancio.

Ora, capite bene che per un partito (basta con questa storia del Movimento, sono un partito a tutti gli effetti! Espellono gli iscritti, devi iscriverti, ricevono finanziamenti ecc) che non si è mai presentato alle elezioni, approfondire queste tematiche, e soprattutto spiegare ai proprio elettori (e non) come vorrebbero arrivare a realizzare le loro proposte, è strettamente necessario. Invece no, si sono dedicati ad elencare in un volantino 7 punti, 7 slogan, ed a rilasciare continuamente dichiarazioni esclusivamente sul primo punto del loro elenco:

La permanenza nell’Euro e un eventuale ritorno alla Lira o comunque creare una nuova moneta. Tornare alla Lira? L’uscita dall’Euro costerebbe 10.000 euro pro-capite per il primo anno e almeno 3000 per gli anni successivi. La nuova moneta subirebbe un deprezzamento anche oltre il 50% nei confronti dell’euro con conseguente imposizione dei dazi dello stesso livello sulle importazioni dall’Italia, da parte dell’Eurozona, con Btp svalutati del 40% e tassi d’interesse al 30%. Ergo, il potere d’acquisto dei cittadini ne risulterebbe dimezzato. Ma non limitiamoci ad avere dubbi soltanto sul primo punto del loro elenco di proposte, il secondo ed il settimo punto possiamo discuterli insieme. A mio avviso avere degli strumenti che impediscono ai nostri politici di sperperare i nostri soldi, sono necessari. Visto che abbiamo capito, in tutti questi anni, come la loro affidabilità non sia delle migliori.

E’ un dato di fatto che grazie alle politiche degli ultimi anni l’Italia è riuscita a non fare la fine della Grecia. Ora, se fossi un 5 Stelle, contesterei il livello del 3%, gli anni, gli interessi sui prestiti ecc di come se continuiamo con una tassazione così elevata, rischiamo comunque di fare la fine della Grecia, ma questo purtroppo, non lo dicono. Si limitano ad urlare con slogan abolizioni a più non posso, immaginando un Mondo che non esiste: senza banche, senza mercati monetari, senza mercati finanziari ecc… capite bene che sono tutte “belle cose”, ma da storielle da casa sull’albero.

C’è da ritornare con i piedi per terra, c’è da ritornare alla realtà, ad essere svegli per non dare voti al solito personaggio di turno che cerca di fare tutto fumo e niente arrosto, oppure che brucia l’arrosto. Sul terzo punto ancora una volta, non precisa come questa strada l’Italia l’abbia già intrapresa, ma che i problemi sono altri, sono più che altro burocratici (ed anche qui, una proposta per snellire la burocrazia europea? Non sarebbe stata più sensata?). Gli Eurobond, aldilà del problema del consenso politico, hanno delle oggettive difficoltà di acquisizione, perché richiederebbero delle modiche dei Trattati, come il Trattato di Lisbona, oltre a richiedere modifiche statutarie della BCE. Di conseguenza, l’attuazione nelle varie legislazioni nazionali richiederebbe dei tempi molto lunghi, rischiando così di fatto un aumento dei costi di finanziamento dei debiti nazionali ancor prima della sostituzione degli Eurobond. Ma questi sono problemi risolvibili, metterli nero su bianco però, sarebbe stato più corretto da parte dei 5 Stelle.

Il quarto punto prevede una alleanza senza specificare per cosa. Un accordo legato all’immigrazione? E perché non è stato scritto chiaramente? Forse perché sanno bene che è uno dei temi in cui i 5 Stelle non fanno mai bella figura (ricordiamo come si sono espressi sul loro sito e poi come hanno votato riguardo all’abolizione del reato di clandestinità). Il quinto ed il sesto punto parlano di investimenti senza indicare che l’UE già abbonda con i finanziamenti, infatti soprattutto grazie a quelli che i nostri Governi locali sono riusciti nell’avvio di molti progetti importanti per la crescita. Uno dei problemi più grandi relativo ai finanziamenti UE (se proprio i 5 Stelle volevano proporre qualcosa di serio) è quello della compilazione della domanda di accesso ai Bandi o peggio ancora, dell’inutilizzo dei fondi. L’Italia ha a disposizione per il triennio 2013-2015 circa 31 miliardi di euro, una spesa media mensile di 867 milioni di euro. Tuttavia l’esborso certificato della nostra penisola ammonta a circa 257 milioni, circa tre volte e mezzo meno della media. Quindi, miei cari 5 Stelle, una proposta sarebbe stata quella di capire dove sta il problema dell’accesso ai fondi e cercare di risolverlo. No di chiedere ulteriori finanziamenti che esistono già! Troppo comodo e demagogico così!

Insomma, non voglio farla troppo lunga, potete capire bene che se ci mettiamo di impegno, e ci aggiorniamo qua e là su internet, sui libri ecc per poi trarre una nostra personale conclusione, riusciamo a smentire punto per punto, o almeno capire, come i 5 Stelle in queste campagna elettorale per le Europee, non stanno veramente proponendo niente di nuovo e niente di concreto. Benvenuti, alla sagra del nulla!

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