Sono passati 2 mesi dalle elezioni amministrative, sono passati 2 mesi da quando Filippo Nogarin è Sindaco di Livorno, ed in 2 mesi il Nostro Sindaco e la sua Giunta ci hanno deliziato con un super tris di proposte sul trasporto pubblico locale, nell’ordine: autobus gratis per tutti, metro a Livorno e mobilità nei i fossi.
Tre promesse di indubbio impatto mediatico, ma anche di difficile realizzazione, promesse che portano delle domande. Le più semplici che un osservatore della politica cittadina si pone, al netto di quelle che sono le ripercussioni di carattere prettamente politico che ogni scelta porta con se, sono: le coperture finanziarie ci sono? Esiste una fattibilità tecnica? Qual è il valore aggiunto che si porta alla città?
Proviamo ad analizzare singolarmente le proposte, nel tentativo di rispondere alle domande, cercando di motivare le opinioni con dati numerici e citando le fonti dalle quali le promesse sono emerse.
1) Autobus gratis per tutti: scrivendo su Google “Nogarin autobus gratis” vi appariranno come risultati articoli di testate giornalistiche locali e nazionali. Il primo degli articoli indicizzati è un pezzo di David Evangelisti sul fattoquotidiano.it dell’11 giugno nel quale viene riportato un virgolettato del neosindaco che recita: “L’incidenza del biglietto sul bilancio oscilla solamente tra il 5% e il 7%: l’obiettivo è ricavare questa somma dalla riduzione degli sprechi”.
Prendendo il bilancio della CTT (Compagnia Toscana Trasporti) del 2012, l’unico on-line, si vede come realmente l’incidenza sia quella indicata dal primo cittadino. Se prendiamo in considerazione soltanto le linee urbane la somma di biglietti e abbonamenti è esattamente il 5,6% dei ricavi delle vendite e delle prestazioni. Quindi bravo Sindaco, hai fatto bene i conti.
Direi di no visto che nella relazione sulla gestione allegata allo stesso bilancio 2012 si specifica che “questa società ha avuto una mutazione dell’attività a partire dal 22 ottobre 2012” diventando operativa da quel giorno, in quanto la CTT Nord s.r.l (prima Ilaria s.p.a) risultava essere una società finanziaria. Questo vuol dire che si è cambiata in maniera radicale la struttura societaria, dalle prime stime (fonte Il Tirreno) l’incidenza di biglietti e abbonamenti per la sola Livorno sarebbe di 6 milioni di euro. Detto questo non penso che la risorse necessarie possano essere reperite con un semplice efficientemento degli assetti societari, ergo se si vorrà proseguire su questa strada non vedo altra via che quella di un impegno diretto di Palazzo Civico.
Poniamo anche il caso che il Comune riesca a reperire le risorse per far fronte a questa spesa e qui ci troviamo di fronte alla seconda delle domande dell’osservatore: esiste una fattibilità tecnica? La questione non è scontata, in quanto la CTT non è una società nè del Comune di Livorno nè di Livorno in senso lato: nel nuovo assetto societario, le quote spettanti alla ex ATL ammontano al 9,67%. Le scelte non sono più soltanto labroniche, ma frutto di una concertazione tra tutti soci, quindi mi chiedo: in via del tutto ipotetica, esiste la possibilità che l’organo esecutivo dell’azienda possa rifiutare la proposta del biglietto gratuito (anche se limitato alle sole tratte urbane livornesi) in modo da non causare un effetto a catena verso tutte le realtà cittadine gestite dalla compagnia? Si rischierebbe così di minare in maniera grave la struttura dei ricavi operativi e globali.
Per quanto riguarda il valore aggiunto, invece, sono indubbi i vantaggi sia per i residenti in città sia come incentivo per i turisti che arrivano in città.
2) Metrò di superficie (tramvia per i fiorentini) da un articolo di QuiLivorno del 2 agosto si legge: “La metrò di superficie? Ci stiamo lavorando è un progetto che ci piace e si potrà progettare grazie agli aiuti della Regione e dell’Unione Europea”.
Se Regione ed UE ci “aiutano” tanto meglio, ma quanto ci aiutano? L’ammontare delle sovvenzioni regionali e comunitarie riusciranno a coprire per intero i costi del progetto o anche in questo caso sarà il Comune a dover aprire il portafoglio?
Ovviamente prima di poter effettuare qualsiasi valutazione di tipo economico è necessario definire bene il progetto con i relativi costi. Detto questo, pare chiaro come sia impossibile pensare di portare avanti questa strada con le sole forze labroniche, allungando quindi, e non di poco, l’iter necessario per verificarne in via preliminare la fattibilità.
Ma chi sarebbe a gestire il servizio? La CTT? Il trasporto sarebbe gratuito o a pagamento?
Sempre il suddetto articolo di QuiLivorno riporta anche l’ipotetico percorso del metrò: “dalla stazione marittima a quella ferroviaria passando per la vecchia stazione dismessa di piazza San Marco”. Imprescindibile sarebbe in questo caso il transito del nuovo mezzo in Via della Cinta Esterna, arteria primaria in entrata e in uscita dal centro città, per poi continuare o lungo Via Mastacchi, o all’interno del quartiere del Pontino. Ed è su questo punto che le mie perplessità sull’opera aumentano: per entrambe le ipotesi, non credo che all’attuale stato dei fatti si possa pensare di riservare una corsia al transito del metrò, a meno di sconvolgimenti del piano della mobilità e di un rifacimento complessivo del manto stradale.
In questo caso le ripercussioni per residenti e turisti risulterebbero positive solo se il metrò venisse costruito rispettando le problematiche di viabilità affrontate in precedenza ed in modo tale da non creare un doppione del trasporto su gomma.
3) Mobilità lungo i fossi: “L’utilizzo dei battelli non solo per le gite ma anche per gli spostamenti dei livornesi” dichiara l’assessore Perullo alla Nazione il 30 luglio. In questo caso più che l’aspetto economico e quello tecnico è proprio l’idea in se per se che non va bene. Anche se togliere le imbarcazioni private dai canali è una proposta che mi trova pienamente d’accordo, sebbene necessiti la predisposizione di nuove aree d’attracco all’interno della città.
Ecco, intanto pensare alle gite non basterebbe? Come si può pensare di utilizzare i fossi come strumento di mobilità urbana? L’area compresa dal pentagono del Buontalenti è così vasta da necessitare una tipologia di mobilità simile a Venezia? Perché un livornese da Piazza Cavour dovrebbe prendere il battello per arrivare dietro al comune passando da piazza della Repubblica?
A mio modo di vedere si va delineando un quadro quantomeno utopistico sul trasporto pubblico cittadino, con una mancanza di programmazione chiara in cui ognuno si sente libero di lanciare la sua proposta, senza pensare ne alle conseguenze pratiche ne alle ripercussioni economiche. Magari per queste ultime un assessore al bilancio male non farebbe.