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Il Cantiere e le riparazioni navali. Il tentativo di rispondere a qualche dubbio e il resoconto di due giorni intensi

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Bacini, gara, Cantiere Benetti, porto turistico, riparazioni navali, Piano operativo triennale, Piano regolatore portuale, variante urbanistica, Porta a mare, Autorità portuale. Ripetiamole insieme come un mantra. Queste sono alcune delle parole chiave della discussione avuta in Consiglio Comunale sul tema dei Bacini di carenaggio e del Piano regolatore portuale. Parole che ritornano… se vi ricordate la discussione sulla Porto 2000.

Il risultato e le due posizioni politiche emerse dall’aula stanno nei numeri della votazione: il Movimento 5 Stelle, Città diversa, Forza Italia e Buongiorno Livorno hanno votato (che strana maggioranza) un atto con due punti. Con il primo si chiede di ripristinare in tempi certi la funzionalità completa del bacino grande e di prevedere la riparazione di navi fino alle grandi dimensioni, spingendo l’Autorità Portuale a compiere le opportune revisioni del Piano operativo triennale. Ed il secondo punto, ancora più preoccupante, chiede di aprire una fase istruttoria sulle varianti urbanistiche afferenti l’area. Il Partito Democratico è l’unico a votare contro questo atto e a votare a favore solo del proprio testo presentato ad inizio seduta.

Come siamo arrivati a questo no e ad avere profonde preoccupazioni?

Siamo partiti da due concetti: il Piano regolatore portuale e la necessità di salvaguardare lavoro, investimenti e ambiente. Non voglio entrare nel tecnico perché altrimenti sarebbero tante le cose da spiegare e si perderebbe il senso politico del dibattito. Per cui semplifico al massimo.

Il Piano regolatore portuale con il quale, tra le altre cose, si definiscono le funzioni e le caratterizzazione delle varie aree di un porto, è del 1953. Capiamo tutti che il porto dal 1953 è molto cambiato. La discussione sull’approvazione di un nuovo piano si è trascinata nei vari decenni. Finalmente nel 2007 il Consiglio comunale approva gli “Indirizzi per il nuovo Piano regolatore Portuale” con il quale si auspicava lo sviluppo delle aree a mare, la riorganizzazione e la razionalizzazione di funzioni e spazi e la necessità di articolare l’ambito portuale in “porto città” (il famoso waterfront) e “porto operativo” (aree a mare). Da qual momento seguono accordi procedimentali, intese preliminari, consultazioni, intervengono Regione, Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, Provincia, Comune, Autorità portuale, leggi nazionali e regionali. Insomma entra in gioco un iter che coinvolge i più svariati soggetti ed inizia una lunga concertazione tra imprese, sindacati e autorità varie per definire cosa dovesse essere il porto città e cosa il porto operativo.

Un iter concertato e mediato che non è solo del PD, tanto per dire le cose con chiarezza, ma che coinvolge tanti e diversi soggetti anche dal colore politico differente: Ministeri, Arpat, Asl, Confindustria, Camera di Commercio, Imprenditori, Sindacati e soggetti che rappresentano tutta la città.

Con questa discussione sul futuro del porto, si sviluppa il tema dell’apertura al mercato delle crociere (discussione aspra e non facile), il tema della nuova Darsena Europa, il tema del porto turistico nel Mediceo, il tema dell’approdo della Bellana e tante altre complesse valutazioni sulla filiera logistica, sulle aree retro portuali, sulle infrastrutture a servizio dei vari traffici portuali, sugli interventi straordinari da mettere in atto. Si trovano al riguardo centinaia di pagine di studi e di valutazioni tecniche che sono pubbliche e consultabili.

Capito come nasce la discussione e su cosa verte, non dimentichiamoci quella doppia ripartizione: porto città e porto operativo. In Consiglio comunale abbiamo posto l’accento su questo, perché la questione dei bacini e delle riparazioni ha a che vedere con il porto città. E la nostra richiesta al Sindaco è stata semplice: dopo 7 anni di istruttorie e lavori (dal 2007), a che punto siamo con l’approvazione del Piano Regolatore Portuale? Consapevoli che l’iter è quasi giunto finalmente al capolinea. L’amministrazione Nogarin intende far presto e procedere su questo percorso entro il quale trova collocazione anche l’attività delle riparazioni navali e dei bacini di carenaggio?

La risposta inziale è stata un secco: non è l’argomento della mattina. Parliamo solo dei bacini di carenaggio e di grandi navi. Poi si è tramutata nel secondo punto votato dalla strana maggioranza: aprire un’istruttoria.

Da qui la scelta di votare no. Perché non può esistere una discussione solo sui bacini di carenaggio che non tenga conto di cosa c’è scritto nel Piano regolatore Portuale e delle scelte fatte negli ultimi anni. Perché un sindaco non si può rifiutare di dare la sua idea di sviluppo e trincerarsi dietro l’apertura di un’istruttoria. Questa ha l’aria di un tentativo di rallentamento o peggio ancora di blocco di un lungo iter. Avete presente l’armatore Zim (decima compagnia di navigazione al mondo) che è tornato la settimana scorsa nel nostro porto o le buone notizie per l’anno prossimo in merito ai traffici delle crociere? Sono né più né meno frutto delle certezze che questi soggetti hanno incominciato ad intravedere con la prossima approvazione del PRP. Dare un segnale di incertezza o di stop causerebbe danni economici ed occupazionali seri oltre a vanificare i nuovi segnali commerciali che con fatica hanno cominciato a manifestarsi.

Finito il contesto, ecco il nostro atto per sommi capi:

Bacini e riparazioni navali. Si alla gara, i bacini sono un patrimonio importante e le riparazioni navali rappresentano un settore di sviluppo del Porto di Livorno. La gara deve svolgersi in tempi rapidi e certi. Nessuna preferenza verso progetti o soggetti particolari che già si sono affacciati, sarebbe grave di fronte ad una gara esprimersi a favore di qualcuno. Serve una seria valutazione di progetti industriali che indichino i livelli degli investimenti, le prospettive occupazionali e che tengano di conto del contesto ambientale e cittadino in cui si va ad operare.

Costruzione e riparazione di Yacth. Il cantiere Benetti è una realtà importante che può ulteriormente espandersi e generare occupazione. Questo settore non deve trovare conflittualità con l’attività dei bacini.

Il tema delle grandi navi. Premesso che uno studio del Rina del 2012 commissionato dall’Autorità Portuale indica come mercato in sviluppo (e preferibile per la zona in cui questo è collocato) quello delle riparazioni di medie e piccole navi e che il POT 2013-2015 fa propria questa scelta per predisporre la gara, al fine di aprire al tema delle grandi navi non bastano dichiarazioni di qualche consigliere comunale (seppur autorevole) o la propria opinione. Servono idee che abbiano gambe e fondamento economico e non personale e che non danneggino ciò che già c’è.

Variante anticipatrice. Riorganizzazione del mediceo, realizzazione della Bellana e del Porto turistico, riduzione dei volumi della Porta a Mare e approvazione del PRP sono possibili solo con l’approvazione in Consiglio Comunale della variante anticipatrice al Piano strutturale e al Regolamento Urbanistico che dopo 4 anni può approdare finalmente in Consiglio Comunale permettendo la riorganizzazione del comparto “Porto città”.

Porto turistico. La realizzazione del nuovo porto turistico non può provocare la scomparsa di realtà produttive e associative storiche presenti da molti anni in questa parte di porto. Serve un progetto armonico per lo sviluppo in chiave turistica del Mediceo.

In conslusione…

Qualcuno ha parlato di Pd isolato. Se si intende isolato dalla strana maggioranza trasversale che ha votato compatta in Comune, allora confermo. E alla luce di quanto detto fin’ora, non poteva essere altrimenti. Se si parla di Pd isolato nella città allora le cose cambiano ed il Pd è tutt’altro che isolato: infatti ieri hanno scioperato 200 lavoratori dei Cantieri Benetti, preoccupati per le ricadute che le scelte della strana maggioranza avranno sull’operatività e sul futuro del proprio lavoro; infatti ieri tutto il comitato portuale ha votato in maniera univoca, compreso il Sindaco Nogarin. Si proprio lui. Che prima per farsi forte di fronte alle promesse elettorali ha fatto votare in Consiglio comunale un atto che parlava di grandi navi nei bacini, sapendo di essere di isolare così quella funzione del sindaco di rappresentanza di una città intera e poi in Comitato portuale non ha mosso un dito ed ha accettato delle linee guida che contengono disposizioni per una gara sui bacini che ha ad oggetto le medie e piccole navi. Salvo poi, così si narra, uscire tra i manifestanti del Cantiere Benetti e dire che appoggiava le loro preoccupazioni. In consiglio stava con le riparazioni. Fuori dall’Autorità portuale stava col cantiere. Speriamo che non sia vero. Altrimenti il dubbio sarebbe che si sta dove è più conveniente in base all’occasione… E quando non si ha un’idea di città, è così che va.

Tre spot finali in merito ad affermazioni abusate. Potete anche non leggerle.

Sulla Porta a mare: speculazione edilizia, illeciti, rapporti poco chiari. Questi temi vengono fuori da alcuni soggetti da qualche tempo. Chi li usa faccia un favore alla città: se avete informazioni, andate alla procura. E’ interesse generale sapere la verità. Altrimenti uno spassionato consiglio: non rendetevi ridicoli con tutta questa foga. Risparmiateci il tempo di leggere le solite accuse che dopo un po’ sembrano solo rancori personali.

“Ma nel 2001”, “ma nel 2003” etc. Siamo nel 2014. Le cose cambiano, il mondo cambia. Nel 2001 si facevano le riparazioni in un modo che oggi è fuori dal tempo. Nel 2003 le politiche ambientali non erano quelle di oggi. Nel 2001 il porto di Livorno non vedeva minimamente alcuni traffici che oggi acquistano spazi. Nel 2001 la componentistica auto era sempre un volano che sembrava indistruttibile per il territorio. Nel 2003 si sono fatte delle scelte sul cantiere. Fatto sta che guardare al presente volendo tornare al passato diventa una giustificazione per non accettare che le situazioni si evolvono. Come sarebbero oggi le cose senza Benetti e con il vecchio cantiere non lo sapremo mai. Sappiamo però che nel 2003 senza questa operazione, il vecchio cantiere non sarebbe comunque sopravvissuto.

Polo del lusso, cantieristica, diporto, turismo, sono una follia pensata in spregio alla storia del nostro cantiere? No, per niente. Una prova? Il 3 luglio del 2001, si legge sui quotidiani dell’epoca, il gruppo dirigente dell’allora Cantiere Orlando (appena riconfermato) indicava queste come priorità per l’azienda e per quella parte di porto: “sviluppare il comparto traghetti e crociera, diversificare sui grandi Yacths, puntare sul porto turistico e consolidare le diversificazioni”. Ma allora non ce lo siamo levati dalla testa perché siamo matti. Alla prossima

(Nell’immagine “Il bacino grande del porto di Livorno” (Foto Novi)

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