È stata la mia prima Leopolda. La mia prima Leopolda da cittadino comune, appassionato di politica, e senza alcuna tessera di riferimento. Negli anni passati, pur incuriosito da questo evento, non ero mai riuscito a recarmici. Occupato prevalentemente a portare avanti le battaglie politiche del mio ex partito l’Italia dei Valori.
Vi starete chiedendo cosa ci fa un ex diprietista alla Leopolda, da Renzi. Beh, sono sempre stato uno che ascolta le idee e le proposte di tutti, e se queste mi incuriosiscono e richiamano la mia attenzione, cerco di approfondirle e questa volta l’ ho fatto andando alla Leopolda per assicurarmi che fosse tutto vero.
Già dall’ingresso ho percepito che la Leopolda ha poco di PD, o meglio, si vuol riferire soltanto ad una parte del PD. E questo, è senz’altro stato uno dei motivi che mi hanno spinto a partecipare. Un cambiamento drastico, soprattutto di vedute, è quello che ci vuole ad una sinistra libera fuori da ogni concetto ideologico.
L’organizzazione è ben strutturata, oltre che curata nei minimi dettagli. Tutto questo è possibile, a mio avviso, soprattutto per l’impronta che è stata data all’evento, che riassumo volentieri in questa frase: “Facciamoci quattro chiacchiere”. Alla fine di questo si tratta, una bella e sana chiacchierata costruttiva sui temi che ognuno di noi, per passione o per professione, segue di più.
La praticità la troviamo attraverso la realizzazione di tavoli di discussione tematici, presidiati da una figura di spicco della materia, affiancata da un moderatore che coordinava e dava supporto alla discussione del tavolo. Chiaramente i tavoli più frequentati erano quelli con la presenza dei Ministri e anche questo non è di poco conto: avere la possibilità di dialogare con un Ministro, fargli delle proposte e fargli delle domande non è cosa che ti possa capitare tutti i giorni. La Leopolda 5 dava questa occasione: troviamo il Min. Delrio, che presenziava al tavolo 22 parlando di coesione, fondi e sud; il Min. Franceschini al tavolo 28 che parlava di Cultura e Turismo; Marianna Madia al tavolo 35 con la riforma della PA e Roberta Pinotti al tavolo 42 parlando di difesa e sicurezza nel quadro della complessità internazionale.
“Tutte chiacchiere” che poi si concretizzavano, a fine discussione, nell’elaborazione di un documento scritto che è stato poi consegnato allo staff di Renzi per vedere se ci sono serie possibilità di trasformarli in provvedimenti concreti.
C’è chi mi ha già chiaramente detto, considerando il potere decisionale di Renzi, che la vede dura sulla “possibilità di vita” di questi documenti. Io sinceramente credo che Renzi li terrà in considerazione.
Visti i membri della segreteria e lo staff di cui si è circondato, non mi pare un uomo che faccia completamente di testa sua e non prenda in considerazione altre proposte. E poi questa tecnica dei tavoli non è la prima volta che è presente. Se fosse stata un flop, o una presa di giro, non ci sarebbe stata un affluenza così numerosa come quella di quest’anno (hanno dovuto chiudere il guardaroba per fare spazio).
Tra i vari lavori dei tavoli, nelle pause, c’erano gli interventi dal palco. Interventi fatti da imprenditori, Amministratori Delegati di importanti aziende nazionali, dirigenti pubblici e impiegati.
Tutti a raccontarci di come è dura in Italia fare impresa, lavorare, pagare le tasse ecc… anzi, durissima. C’erano testimonianze di alcuni amministratori che sono stati licenziati a causa della crisi. Nei loro interventi ci raccontavano di come vorrebbero cambiare questa situazione per non lasciare il territorio nazionale. Auspicavano anche loro che la Leopolda non fosse solo un evento, ma bensì una filosofia, una nuova classe dirigente. Cosa che nell’intervento finale ha fatto capire anche lo stesso Renzi.
Era anzi è aria nuova quella che si respirava alla Leopolda, aria che a me personalmente piaceva. Tantissimi giovani e tantissimi adulti che, con o senza tessere in tasca, volevano offrire il proprio contribuito per migliorare il Paese. Consapevoli del fatto che c’è chi invece, una buona parte dei politici, vorrebbe rimanere allo stato attuale, non consci pienamente della situazione drammatica che stiamo attraversando. Basta pensare un attimo a dove viviamo noi livornesi, in un territorio che rischia di perdere da qui a 5 anni importanti aziende che sono sempre stati punti di riferimento per la città, e per l’occupazione lavorativa cittadina.
C’è chi ha preferito andare a protestare contro tutta questa situazione, e c’è chi invece ha preferito toccare con mano i problemi reali. Cercando, magari, di risolverli.
Per chi se lo fosse perso, allego qui sotto il video dell’intervento conclusivo alla Leopolda di Matteo Renzi:
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