Ormai chi mi segue sa che tipo di approccio mi piace tenere nelle questioni politiche ed amministrative. Peccherò di realismo ma il fatto di accalorarmi solo su “se” e “ma” lo trovo piuttosto sterile e spesso un modo per non rimanere sul tema. Tolgo così subito dal campo alcuni se e ma che potrebbero riguardare la giornata, per parlare di cosa ho visto e pensato subito dopo lo sciopero generale di stamattina a Livorno.
Breve lista: ma Rossi non doveva venire. Ma lo sciopero doveva essere fatto prima. Se mi avessero ascoltato lo sciopero sarebbe stato più incisivo. Se quelli che hanno parlato fossero stati altri. Ma il Sindaco non deve partecipare a certe cose, riguardano i lavoratori e queste cose non si strumentalizzano. Ma il Presidente della Regione fino a ieri che faceva.
Via tutto. Quando stamattina mi sono alzato e sono andato a partecipare al corteo e poi ad ascoltare il comizio conclusivo sapevo nell’ordine che: lo sciopero era oggi, non ieri o l’altro ieri; che lo avevano convocato i sindacati proponendo un manifesto con richieste precise; che il Presidente della Regione avrebbe partecipato; che il Sindaco non avrebbe partecipato; che siamo nel 2014, a Novembre; che il Pd non governa più questa città. Tanto per dirne alcune.
Per cui ho ascoltato ed ho apprezzato quello che dal palco è stato detto. Devo essere onesto, ho apprezzato tutto a parte qualche sfumatura che per scaldare il cuore ha rimembrato le gloriose tradizioni di questo territorio, senza poi dirci cosa si può dare in futuro a questo territorio. Oltre alle gloriose tradizioni intendo. Quelle mi scaldano il cuore, ma non mi riempiono la pancia. Colpa mia, ma la sola ideologia non credo ci aiuti.
Si arriva all’intervento del governatore Rossi. Partono i contestatori organizzatissimi. Tam tam sui social, megafono, e giù con il “via Rossi da Livorno” figlio di “via il Pd da Livorno”, figlio di “via tutti, l’ultimo chiuda la porta”.
Su che basi è stato convocato questo sciopero e che cosa ha detto Rossi? Lo domando perché le contestazioni sono cominciate ancor prima di ascoltare una parola del Presidente. Ovvio, la polemica era politica, non sono cieco. Peccato però che abbia tralasciato il merito, merito che stava anche nella piattaforma dei sindacati.
Alla prima domanda rispondo citando un estratto che ho trovato sul sito della CGIL: “Quello del 25 novembre sarà uno sciopero generale di solidarietà ma anche di proposta” Ed ecco i punti principali individuati come essenziali per rilanciare economia e occupazione: rapida approvazione del Prg del porto, investimenti per potenziare infrastrutture e logistica, unificare i piani urbanistici di Livorno e Collesalvetti, individuare aree da mettere a disposizione degli investitori. “Vogliamo un incontro con il sindaco e la giunta per discutere di queste priorità”.
La seconda domanda: ma Rossi? In fin dei conti che ha detto? Rispondendo alla piattaforma per cui lo sciopero è stato convocato dai sindacati ha portato risorse e progetti che la Regione mette in campo per aiutare questa drammatica situazione occupazionale/industriale della città. Ha tirato in ballo il Governo, a cui ha chiesto di fare la sua parte e ha tirato in ballo il Comune di Livorno. Rossi ha messo sul piatto tre linee di intervento:
– Competitività del porto con 160 milioni di euro per la realizzazione della Darsena Europa
– Rilancio delle aree industriali tramite intese con il Governo e gli enti locali
– Completamento di infrastrutture come la dorsale tirrenica
– Potenziamento del progetto “Giovani Si” che ha già dato ottimi risultati e che a Livorno con l’alto tasso di disoccupazione giovanile diventa ancora più importante
Ci possiamo lecitamente domandare perché il Governatore propone queste cose. Se non bastasse il perché politico e cioè che queste sono priorità urgenti per il nostro territorio, c’è il perché istituzionale: la Regione mette soldi dove la legge le attribuisce competenze! Bisognerebbe ricordarcelo più spesso…
Credo che quando un’istituzione fa delle proposte per un territorio, queste si debbano valutare e si possono condividere o meno. Ci si fa battaglia politica. Ma non si respingono con facili battute come ha fatto il sindaco Nogarin in Consiglio Comunale colpito con curiosità da tanti soldi disponibili; non si fa urlando nella piazza per dividere i lavoratori su matrici ideologiche. Un rappresentante così alto delle istituzioni è un interlocutore necessario e deve assumersi le sue responsabilità nei confronti di un territorio in crisi. Bene che Rossi ci sia stato, bene che Rossi abbia idee chiare per provare a rilanciare questo territorio. E bene queste sue parole a fine giornata: “Finché sarò presidente andrò in piazza, davanti alle fabbriche in difficoltà, nelle zone colpite dalla crisi, dalle alluvioni ad incontrare i cittadini. Chi rappresenta le istituzioni ha il dovere di stare accanto ai lavoratori e alle persone in difficoltà. La fame di lavoro e le urla che oggi la piazza di Livorno ha espresso non possono restare inascoltate. Mi auguro che la manifestazione di oggi, contestazione compresa, serva a portare la vertenza Livorno all’attenzione nazionale e spinga Parlamento e governo ad intervenire finanziando il progetto Livorno e risolvendo le vertenze aperte. Chiedo al governo un incontro urgente per definire e sottoscrivere precisi impegni per questa città che in poco tempo ha perso 20mila posti di lavoro.”
E il Sindaco di Livorno?
Nogarin, già lo sapevo, non ci sarebbe stato, come non ci sono stati i suoi. Perché impegni istituzionali o no, è bastata una serie di battute nel Consiglio comunale di ieri per capire che al sindaco questa cosa non interessava. Però gli è interessato stare alla manifestazione di 10 giorni fa, dove forse si sentiva più al sicuro che ad uno sciopero sindacale, dove non doveva dire cosa fare ma unirsi alla disperazione di chi si sente senza futuro. Opposizione dalla maggioranza, altro che “di lotta e di governo”…
Oggi avrebbe dovuto dirci perché non dà risposte sulla variante anticipatrice al Piano regolatore portuale. Avrebbe dovuto dirci quale progetto di rilancio della città ha in mente. Avrebbe dovuto dirci come mai la vicenda Cooplat viene gestita in maniera dannatamente improvvisata. Avrebbe dovuto dirci che fine farà il Piano strutturale della città. Avrebbe dovuto dirci quali atti sta compiendo per migliorare la sanità del nostro territorio dopo aver detto No al nuovo ospedale. E cito alcune cose a spot.
Avrebbe dovuto semplicemente fare il Sindaco e non il fronte d’opposizione in una Provincia che a lui non piace (si intende politicamente), in una Regione che a lui non piace, in un paese che a lui non piace. Neanche a me lui piace, ma non deve piacermi. Deve governare e fare atti ed io devo poter discutere di questi.