Era il 30 giugno del 2014 quando ho partecipato, da consigliere, al primo Consiglio Comunale. Giornata che è stata per me anche la prima esperienza istituzionale. La campagna elettorale è stata avvincente. Tanti incontri, tanti volantinaggi, tante riunioni, tante persone. E alla fine, grazie ai 575 voti di preferenza, è partita quest’avventura. Passato un anno, è tempo di un breve bilancio che, interessante o meno, resti a futura memoria.
Prendo in prestito l’alfabeto per raccontarvi alcune cose.
C) Conoscenza e Cittadini. La doppia C è forse l’aspetto più appassionante dell’impegno di un consigliere. Spaziare tra atti, incontri, approfondimenti, telefonate, conferenze stampa, manifestazioni, studio, sopralluoghi accresce enormemente la tua conoscenza personale di tutto quello che accade in una città e che riguarda l’interesse dei cittadini. E’ scontato e banale, ma i momenti migliori di questo anno sono stati quelli in cui alla fine di un percorso, il cittadino o l’associazione o la famiglia o un lavoratore ti ringrazia perchè hai dedicato una porzione del tuo tempo al suo bisogno. Piccolo o grande che fosse. La politica nella sua forma più umana, è il miglior antidoto alla politica della tattica e del palazzo.
D) Distanza. Si ha spesso la sensazione di essere in una bolla di vetro. Viviamo in un contesto fatto di tempi e metodi che purtroppo non vengono percepiti dalla comunità. Spesso la colpa è proprio di un sistema che non riesce ad essere incisivo e tempestivo rispetto alle esigenze che si vengono a verificare. La distanza è ahimè anche culturale. Notare che le informazioni, i cambiamenti, le battaglie politiche, restano spesso patrimonio di pochi, non aiuta una città a progredire nel confronto e sui temi concreti.
E) Esperienze. Se accrescere la conoscenza personale tramite l’impegno diretto e l’incontro delle persone è l’aspetto più appassionante, il lato più emotivo-emozionale riguarda le esperienze che l’essere consigliere ti permette di vivere. Quelle più toccanti? La visita al carcere ed il Consiglio notturno congiunto con il Comune di Collesalvetti convocato appena giunta la notizia della chiusura della TRW.
G) Gettoni. Il gettone di un Consigliere è di 55,77 euro lordi a seduta. Sia che si tratti di un Consiglio, che di una Commissione. Sia che duri due ore, come dieci. Alle Conferenze dei capigruppo invece non si percepisce gettone. Per quanto mi riguarda in un anno ho percepito 3067,51 euro lordi. Tolto l’imponibile ed il contributo che noi consiglieri versiamo al Partito Democratico (pari al 12% sul lordo ogni mese, per me equivalenti in un anno a 368 euro) la cifra finale che ho percepito per il mio primo anno di Consiglio è di 1993,89 euro.
I) Interventi. Al giorno d’oggi i canali utilizzabili sono molti. Escluso l’utilizzo frequente di Fb che è inutile riportare qui, questo anno di attività è facilmente recuperabile nell’archivio delle sedute ospitato dal sito del Comune di Livorno. Potete rivedere tutti gli interventi fatti in questo anno. E’ possibile anche la ricerca per nome e cognome. Insomma, qui c’è tutto.
Inoltre qualche riflessione e qualche intervento integrale lo trovate cliccando qui di seguito: Porto2000; Cultura e Teatro Goldoni; Cantiere e riparazioni navali; Lo sciopero generale a Livorno; Bilancio di previsione 2015; Chiusura ex Teatro Lazzeri e altri luoghi cittadini; Settimana d’azione contro il razzismo;
P) Presenze. Tra Consigli Comunali, Commissioni (ognuno di noi del Pd prende parte a due sole commissioni permanenti. Ci siamo divisi così) e Conferenze dei Capigruppo, sono 65 le mie presenze. Che scorporate fanno: 34 Consigli, 27 Commissioni e 4 Conferenze dei Capigruppo.
T) Temi. E’ stato un anno caratterizzato soprattutto dalle crisi occupazionali, dalle vicende legate alla portualità, dalle questioni legate al bilancio e dagli aspetti legati al sociale/casa. Piano strutturale e sanità saranno forse i due argomenti “nuovi” dei prossimi mesi.
V) Vado, concludendo con una citazione. Ecco, in fondo, le ragioni di un impegno civile: “Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza, dire “io non posso niente, me ne infischio”. Comportandovi così, perdete una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini. Una delle componenti indispensabili: la facoltà di indignazione e l’impegno che ne è la diretta conseguenza.” S. Hessel
Foto I banchi del consiglio comunale di Livorno (Pentafoto)