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Unlearning: impara a cambiare. 

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Se dovessi scegliere oggi che cosa fare nella vita sarei un’antropologa: conoscere culture, scoprire tradizioni e modi di vivere diversi dal nostro, viaggiare e esplorare la vita di popoli, comunità e persone.
È con questo spirito che sono andata a vedere Unlearning, un documentario tutto italiano che racconta un viaggio.

Un viaggio di una famiglia che ha deciso di sperimentare uno stile di vita alternativo per sei mesi.

Lui videomaker, lei insegnante e una bambina che, valigie in spalla, hanno chiuso casa e sono partiti, in giro per l’Italia per staccare dagli affanni, dalle dipendenze tecnologiche e dalla routine quotidiana.

Si muovono con il sistema dello scambio: offrono lavoro in cambio di ospitalità e percorrono tutta la penisola dalla Sicilia alla Lombardia facendo l’auto stop o con passaggi condivisi.

Incontrano famiglie che vivono in un camper, comunità agricole autogestite o semplicemente persone che hanno deciso di cambiare vita o di dare una direzione alternativa alla propria esistenza.

E nel viaggio si confrontano senza mai scontrarsi ma ascoltando e dialogando, anche qui in un reciproco scambio.

Si affrontano temi importanti come l’ambiente, il cibo e l’istruzione e si prova a capire se davvero a tutto questo ci può essere un’alternativa.

Seguendo questo viaggio si impara a disimparare e anche a capire cosa può essere davvero la libertà.

Calato il sipario pensi che ci vuole davvero coraggio per cambiare: coraggio, impegno e convinzione per portare avanti anche le decisioni più difficili come quella di non mandare a scuola i figli ma di curarne direttamente l’istruzione.

Una posizione che non mi trova completamente d’accordo ma che ammiro per la forza d’animo e la dedizione con cui si cerca di portare avanti.

Nell’immaginario collettivo poi si pensa sempre che queste comunità e queste famiglie siano fuori dal mondo ma non è così. Nelle loro vite esiste una televisione, i giochi per i bambini e internet. Può sembrare un paradosso, e all’inizio l’ho pensato anche io, ma anche in questo caso, tutto dipende dall’uso che se ne fa.

Il viaggio e i contatti sono stati possibili grazie al web, da blablacar ai siti di richiesta lavoratori per scambio fino a airbnb per affittare la propria casa a 32 famiglie diverse.

Perché in effetti se ci pensiamo bene, la rete è condivisione e facilita relazioni e rapporti. Non è nociva, tutt’altro, è una miniera di possibilità non solo commerciali di target o di marketing, ma di condivisone e rapporti umani. Ed è proprio questa la sua vera forza.

Un potere che emerge anche dalla piattaforma di distribuzione del documentario: Movieday. Un servizio web che attraverso una rete di sale convenzionate in tutta Italia mette a disposizione un catalogo di oltre 1000 film che puoi decidere di far proiettare nella sala della tua città. Unico requisito? Raggiungere il numero minimo indicato dalla sala, cercando di promuovere l’evento. Tutto in rete e tutto possibile con un sistema che ci permette di veicolare contenuti alternativi alla grande distribuzione (al di là di Checco Zalone con tutto il rispetto) e di fare squadra per guardare insieme qualcosa di interessante.

Per Livorno l’unica sala convenzionata è quella del Nuovo Teatro delle Commedie che mette a disposizione un minimo di 33 posti per le proiezioni e che per Unlearning ha ottenuto un grande successo di pubblico.

In sala tanta gente diversa e anche questo è significativo.

Vi metto qui il calendario delle prossime proiezioni di Unlearning e il link al loro sito, perché se vi capita è davvero una bella cosa da vedere e tra l’altro per Livorno è stata aggiunta una replica per mercoledi 20 gennaio al Nuovo teatro delle Commedie. Un’occasione da non perdere, credetemi.

Per riflettere, vivere un’esperienza e ..disimparare.

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