E’ stata pubblicata da qualche giorno la relazione finale della Commissione sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio. Questa commissione è stata istituita il 10 maggio 2016, presieduta dalla Presidente della Camera e include un deputato per ogni gruppo politico, esperti, rappresentanti di ISTAT, Consiglio d’Europa, Nazioni Unite, UNHCR nonché di centri di ricerca e di associazioni varie tra cui Amnesty, Arci e Human Rights Watch
Nella seduta del 4 luglio 2016, la Commissione ha deciso di inserire nella propria denominazione il riferimento a Jo Cox, deputata presso la Camera dei Comuni del Regno Unito, uccisa il 16 giugno 2016.
La relazione si articola in quattro parti. La prima contiene le definizioni di discorso e crimini d’odio formulate a livello sovranazionale e illustra sinteticamente l’azione del Consiglio d’Europa in materia e le migliori prassi adottate nei principali Paesi europei. La seconda parte contiene il contributo del Prof. De Mauro “Parole per ferire”. La terza parte, che include i capitoli da III a VII, esamina in dettaglio in riferimento alla situazione italiana, le cause e le forme del linguaggio e azioni d’odio, nelle loro varie manifestazioni, sessismo, omofobia e transfobia, razzismo, xenofobia, antigitanismo, antisemitismo, islamofobia, ostilità contro le persone con disabilità, bullismo. In questo contesto sono esaminati i fenomeni di stereotipizzazione e discriminazione nella misura in cui siano connessi all’hate speech. La quarta parte consiste in una serie di raccomandazioni formulate dalla Commissione per la prevenzione e il contrasto del linguaggio d’odio a livello sociale, culturale, informativo e istituzionale.
Inserisco alcuni dati che fanno davvero riflettere. In fondo invece trovate la relazione integrale e una scheda grafica di sintesi.
Stereotipi di genere: il 49,7% degli italiani ritiene che l’uomo debba provvedere alle necessità economiche della famiglia e che gli uomini siano meno adatti ad occuparsi delle faccende domestiche
Stereotipi nei confronti della popolazione LGBT: il 25% degli italiani ritiene che l’omosessualità sia una malattia; il 20% ritiene poco o per niente accettabile avere un collega, un superiore o un amico omosessuale
Stereotipi nei confronti di immigrati: Secondo l’Ignorance Index di IPSOS MORI l’Italia risulta il Paese con il più alto tasso del mondo di ignoranza sull’immigrazione: la maggioranza degli italiani pensa che gli immigrati residenti sul suolo italiano siano il 30% della popolazione, anziché l’8%, e che i musulmani siano il 20%, quando sono il 4%. Il 48,7% degli italiani ritiene che, in condizione di scarsità di lavoro, i datori di lavoro dovrebbero dare la precedenza agli italiani; il 35% pensa che gli immigrati tolgano lavoro agli italiani; il 65% degli italiani (contro il 21% dei tedeschi) pensa che i rifugiati siano un peso perché godono dei benefits sociali e del lavoro degli abitanti, mentre il 59% in Germania pensa che rendano il Paese più forte con il lavoro e i loro talenti (solo il 31% in Italia)
Sessismo e odio: il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito almeno una volta una violenza fisica o sessuale, per lo più da un partner o ex partner. Le italiane subiscono più violenze sessuali, le straniere più violenze fisiche di altro tipo ed anche più violenze psicologiche. Il 16,1% ha subito stalking; l’indagine VOX svolta in Italia sulle comunicazioni via Twitter ha rilevato che le donne sono oggetto del 63% di tutti i tweet negativi rilevati nel periodo agosto 2015-febbraio 2016.
Omofobia e odio: il 23,3% della popolazione omosessuale/bisessuale ha subito minacce e/o aggressioni fisiche a fronte del 13,5% degli eterosessuali. Analogamente, è stato oggetto di insulti e umiliazioni il 35,5% dei primi a fronte del 25,8% dei secondi. Secondo un’indagine della agenzia FRA, l’Italia è, nella percezione delle persone omosessuali e transessuali, il Paese più omofobo nella UE
Razzismo e odio: In un Rapporto del 2014 lo Special Rapporteur ONU sui diritti umani notava che in Italia viene utilizzata una terminologia basata sul disprezzo che legittima l’esclusione o la criminalizzazione dei migranti, specie irregolari, creando un ambiente in cui si giustifica il loro sfruttamento. I social media e il web sono invasi di insulti, volgarità, diffamazioni che hanno come oggetto gli immigrati; non si teorizza la loro inferiorità a livello scientifico, ma si fanno emergere solo gli aspetti negativi, generalmente a causa di ignoranza e disinformazione. Per eleggere a bersaglio gli stranieri – e specialmente i profughi, i musulmani e i rom – si ricorre spesso a false notizie e alla cosiddetta “post-verità”, la tendenza a far prevalere gli appelli emotivi e le proprie idee sulla realtà dei fatti.