Nell’arco di pochi mesi, a Roma, sono morte per mezzo di aggressioni efferate due persone: un carabiniere di 30 anni e un ragazzo di 24. E i meno smemorati si ricorderanno anche della storia di Manuel Bortuzzo, aggredito anche lui davanti ad un pub – pare per sbaglio – e costretto alla sedia a rotelle. Tra l’altro, il giovane sportivo ha dato in una recente intervista una lezione di umanità e maturità esemplare (L’intervista integrale). Qualora le notizie che trapelano fossero confermate (Il Messaggero), i primi due casi sembrerebbero entrambi essere correlati allo spaccio.
Se l’Italia fosse un paese normale, quindi, si potrebbe cogliere l’occasione per aprire un serio dibattito, senza gli isterismi di Mario Giordano o le speculazioni alla Salvini, almeno su due temi.
Il primo, riguarda l’inadeguatezza di Roma Capitale. Sicurezza, gestione rifiuti, trasporti pubblici. Non esiste una capitale a livello europeo così disastrata. Roma fa veramente una pessima figura se paragonata a Milano e non è accettabile che nel 2019 un paese del G7 e tra i primi fondatori dell’Europa unita debba essere rappresentato da una città in questo stato. Fatevi un giro in qualsiasi altra capitale europea per averne la conferma. E metto già le mani avanti: non paragonatela a Londra o Parigi perché il grado di complessità non è lo stesso e, comunque, il livello di mantenimento del centro storico non è quello romano, tristemente basso.
Un Governo con la G maiuscola, alla luce dei fatti recenti – ma non dimentichiamoci della sentenza degli scorsi giorni sulla banda della declassata Mafia Capitale e delle vicende legate ai clan che si tengono in mano Ostia – partirebbe subito dalla sicurezza pubblica, con la convocazione da parte del Ministro degli Interni del Sindaco e del Prefetto della Capitale, per poi passare a interventi decisivi.
Il secondo punto riguarda un tema che in Italia proprio non si riesce ad affrontare: la diffusione e l’utilizzo di droghe. L’ultimo dibattito è stato gestito più di 10 anni fa da elementi del calibro di Giovanardi, e ho già detto tutto. Si dovrebbe parlare, tenendo conto di dati oggettivi e di tutte le opinioni esistenti, dell’ipotesi di una legalizzazione e gestione delle droghe da parte dello Stato. I più ambiziosi vorrebbero che lo Stato gestisse anche le droghe cosiddette “pesanti” e ci sono Stati a noi vicini ad averlo fatto negli scorsi anni (la Svizzera e l’eroina). Ma, da progressista, mi accontenterei che si facesse la distinzione tra droghe leggere e pesanti, permettendo allo Stato italiano di gestire i cannabinoidi per uso curativo e ricreativo. Sapete a quanto ammonta il mercato potenziale? Almeno 6 miliardi di euro, secondo l’Università di Messina (la notizia). Tutte imposte che potrebbero finire nelle casse statali, a disposizione anche di chi di droghe non ne fa uso. Ma l’effetto più importante sarebbe quello di togliere una buona fetta di mercato nero dalle mani della criminalità organizzata. E forse, tenuto conto anche del tabù che cadrebbe nel dibattito pubblico, sarebbe questo il risultato più importante.
Ps: a proposito di Cannabis ad uso terapeutico, in questi giorni sta girando un appello che ci terrei che venisse diffuso. Il video
Per approfondire un articolo su Linkiesta