Per rimanere nel clima domenicale, in attesa della pubblicazione delle puntate successive dei miei contributi sui servizi pubblici locali, oggi ho deciso di scrivere qualche cosa di più leggero, ho deciso di scrivere in merito al Mont Ventoux. Immagino già che vi chiederete…Perché? Che cosa ha di speciale questa montagna? Come mai proprio oggi? Vi è una risposta a tutti questi quesiti: oggi, 14 luglio, è la festa nazionale francese, l’anniversario della Presa della Bastiglia. Non sto a dilungarmi sull’importanza di questa data per tutto il mondo occidentale, è la chiusura di un’epoca e l’inizio, per il mondo occidentale, della democrazia in senso moderno, con la diffusione di quei principi fondamentali che sono poi divenuti il substrato di tutte le costituzioni moderne. In Francia questa data è molto sentita, viene comunemente celebrata non solo dalle autorità, come avviene per gran parte delle nostre feste civili “della nazione”, ma anche dagli stessi cittadini, dalle famiglie, grazie a quel forte senso di appartenenza che caratterizza i nostri cugini transalpini. Proprio oggi, un’altra Istituzione (con la i maiuscola) francese, il Tour De France, presenta una delle tappe più attese, l’ascesa con arrivo in salita del Mont Ventoux, una tappa di 242 km con 20,5 di salita finale. Per chi, come me, è appassionato di ciclismo, la tappa odierna può essere paragonata ad una finale di Champions League, ma caricata di tutto un significato storico dalla fatica di coloro che negli anni hanno scalato questa vetta a bordo di due ruote. Come ogni anno, si riverseranno sui 20 km di questa salita un qualcosa come centomila spettatori, il c.d. “popolo della strada”, una fiumana di persone festanti che urlano, incitano, spingono, rincorrono, come in preda a convulsioni, i quasi 200 eroi che questo pomeriggio scaleranno queste asperità.
Il Mont Ventoux, soprannominato il “Gigante della Provenza”, deve il nome al Mistral che lo sferza costantemente, spazzando via la vegetazione dalla sua vetta, mostrando aspre pietraie arse dal sole cocente. Non saranno solo i ripidi tornanti a costituire quest’oggi una difficoltà, ma anche gli agenti esterni renderanno un inferno questa salita, battuta dagli abitanti dei paesi limitrofi nel 1882 fino alla vetta, ma già descritta dal Petrarca nel 1300, prima testimonianza storica documentale, che riporta la bellezza di questi paesaggi.
Questa è La Tappa, non esiste Tourmalet, non c’è Alp D’Huez che tenga, qui è dove morì nel 1967 a due km dall’arrivo Tom Simmons, in preda a spasimi, dove Lance Armstrong e Marco Pantani ci entusiasmarono nel 2000, ultima apparizione del pirata da protagonista.
Brutale e bella, chi oggi vincerà qui, entrerà nella storia del ciclismo. Froome? La consacrazione del giovane keniano naturalizzato britannico? Oppure il ritorno del grande escluso, Alberto Contador? Ci sono tutti i presupposti per una tappa da brividi, di quelle che fanno emozionare, che fanno mancare il fiato anche a quelli, come me, che saranno incollati al televisore sul divano con il telecomando in mano e sentiranno i brividi nonostante i 30° esterni.
A conclusione vi lascio due contributi, il video di you tube della telecronaca del mitico Auro Bulbarelli e Davide Cassani della sfida Armstrong – Pantani e le graffianti parole del noto commentatore Aldo Grasso che ci ricordano quella sfida.
http://www.letour.fr/le-tour/2013/us/stage-15.html