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La statua di Bud Spencer, un mito oltre le divisioni

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Come procede la discordia sulla prima statua italiana del grande attore legato al territorio livornese da due pellicole tra le più famose del suo vasto repertorio?

Lo premetto subito così chi vuole può subito abbandonare questo articolo: sono un fan vero di Bud Spencer – e di riflesso di Terence Hill (anche se, tra i due, non c’è gara). Almeno l’incipit adesso è chiaro.

Qualche giorno fa ho ricevuto un trailer intitolato Altrimenti ci arrabbiamo e subito la mia mente mi ha proiettato al cinema con i miei figli per fargli vedere uno dei film con cui sono cresciuto (forte e sano), ovviamente restaurato in HD e rimesso nel circuito delle sale italiane.

Non vi sto nemmeno a descrivere l’immensa delusione nel vedere questo remake di cattivo gusto in salsa cinepanettone. Già diversi predecessori si sono rivelati dei bei bidoni – vedi il Ritorno del Monnezza e Amici Miei, ad esempio – ma si vede che a qualcuno piacciono e così continuano a propinarci ste schifezze). Tutto ciò mi ha fatto ripensare alla questione ancora irrisolta della famosa statua di Bud Spencer, frettolosamente messa sul Viale Italia allo scadere del mandato del precedente sindaco Nogarin e successivamente rimossa dall’attuale Amministrazione.

Sono state subito numerose le polemiche quando tre anni fa è stata posizionata in zona Bellana, sia per la fretta della decisione dell’Amministrazione targata M5S, sia appunto per la scelta del luogo. Probabilmente la vecchia giunta sperava in un incremento nei sondaggi con questa sortita sul filo di lana, facendo leva sull’enorme seguito dei fan del gigante barbuto.

E molte sono state le polemiche anche quando l’attuale Amministrazione l’ha rimossa, sia per alcune irregolarità nella procedura burocratica, sia perché nel frattempo l’autore ha fatto giustamente notare che non era ancora stato pagato per la sua opera, compenso legato a un crowfunding nebuloso di cui si sono subito persi autori e raccoglitori…

Qualche mese dopo anche il Sodalizio Muschiato ha posto una baracchina gialla con un Bud imbronciato, a riprova dell’enorme attenzione rivolta alle sorti della statua del gigante buono.

Al momento la statua di Bud, la prima in Italia e la seconda in Europa, dopo quella bronzea di Budapest, sembra giacere nei magazzini comunali, in attesa di una decisione definitiva.

A prescindere da come ognuno di noi la pensi sulla figura di Bud Spencer, l’evento ha portato alla ribalta Livorno in diversi canali televisivi nazionali e in numerosi approfondimenti di costume sia cartacei che online. Il posizionamento e la successiva rimozione hanno avuto un eco a diffusione nazionale e la fama di Bud ha fatto da cassa di risonanza anche al di fuori del territorio nazionale, con numerosi siti specializzati che hanno evidenziato la diatriba labronica.

Molti sono stati i visitatori che hanno cercato la statua di Bud per un selfie, facendo magari scalo nella nostra città proprio per rendere omaggio al grande attore partenopeo.

L’oblio dei magazzini comunali non rimane sicuramente la soluzione più adatta per risolvere questa spinosa questione – sì lo so, i problemi veri sono altri, ma vi rimando alla prima frase così avete chiaro il focus di questo articolo – soprattutto agli occhi delle migliaia di fan che hanno assaporato per pochi mesi l’ebbrezza di poter avere sotto mano il primo vero tributo pubblico a Bud Spencer in tutta Italia.

Una soluzione condivisa e ragionata al contrario porterebbe una nuova ondata di attenzione su Livorno, confermando, inoltre, la linea culturale che vuole Livorno come protagonista dell’affermazione e dello sviluppo dell’arte pop, facendo seguito anche ai numerosi capolavori di street art comparsi negli ultimi anni lungo le strade della città.

E se qualcuno vuole un paio di idee su come risolvere la cosa, la mia porta è sempre aperta, basta bussare (cit)!

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